Sono passati tre mesi esatti dalla scomparsa di Nadia Toffa, morta lo scorso 13 agosto. «Oggi è una giornata molto particolare per me, ho i brividi», ha dichiarato sua madre Margherita ai microfoni di RTL 102.5. La signora è intervenuta per parlare di “Non fate i bravi”, il libro postumi della conduttrice e inviata de Le Iene. La scelta del titolo non è casuale: è il titolo di una delle tante riflessioni raccolte. «Bellissimo partire dal titolo, per una volta lo possiamo fare. In quel “Non fate i bravi” c’è tanto di sua figlia, di come interpretava la vita e la professione. È un invito a tutti noi, a non entrare negli schemi», ha spiegato Fulvio Giuliani. E Margherita Rebuffoni si è trovata d’accordo. «Lei intendeva dire che è comodo stare nell’angolino, essere bravi, non pensare male di nessuno, non fare male a nessuno, ma questo ti porta a non fare. Nadia invece diceva “non fate i bravi, andate, fate, combattete per la verità e per i deboli”». E questa era la “missione” della giornalista bresciana.



NADIA TOFFA MORTA TRE MESI FA, MAMMA MARGHERITA: “OGGI HO I BRIVIDI”

La mamma di Nadia Toffa ha risposto poi ad una domanda di Giusy Legrenzi, che a RTL 102.5 le ha chiesto in che modo ritroviamo la giornalista nel libro postumo. «Ogni pagina è come un romanzo. I suoi pensieri arrivavano di notte. Era ispirata, si svegliava e cominciava a scrivere, senza rileggere. Lo faceva con me al mattino, poi non li toccava più». Nel libro c’è la sua essenza. Pierluigi Diaco ha invece ripescato una chat con Nadia Toffa, in cui lei tentava di coinvolgere alcuni colleghi contro gli hater. «Lei diceva che andavano educati. Riteneva che non fosse giusto che ognuno potesse dire tutto quello che voleva. E poi lei aveva le spalle forti, ma pensava ai giovani, ai più deboli. Col silenzio si lascia correre». Margherita Rebuffoni a Non Stop News ha spiegato che questo libro sta aiutando anche lei. «Ogni volta che apro il libro riesco a leggere tre-quattro brani, non di più. Li ho letti già, ma non li so a memoria. E allora li rileggo, ma mi prendono dentro in maniera dilaniante. Ma questo progetto mi aiuta ad andare avanti perché sento di stare con lei».



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