Nadia Toffa

ha combattuto la sua lotta contro il cancro “con grande fiducia e una forza inimmaginabile”. A ricordarlo, nel salotto di Domenica Live, è sua madre, Margherita Rebuffoni, che oggi ripercorre i lunghi giorni della malattia: “era lei che sosteneva me, era lei che incoraggiava me”, spiega la madre di Nadia Toffa. “Mi diceva ‘vedrai mamma che andrà tutto bene’, ricercava in internet cosa aveva. Lei – ricorda la Rebuffoni – sapeva perfettamente quello che aveva, ma mi diceva ‘vedrai mamma, non è in un brutto posto, io posso conviverci, anche se lui si dovesse ripresentare. Me l’han tolto tutto, però qualche cellulina se n’è andata, ma se si ripresenta non c’è nessun problema, posso conviverci, perché è in un posto in cui non c ‘è proprio niente e il mio cervello può funzionare benissimo”. Un filmato ripercorre l’emozionante storia di Nadia Toffa dopo il ritorno sulle scene: “lei ha sempre sorriso, ha sempre ringraziato Dio – svela Margherita Rebuffoni – Ha sempre detto ‘se questo è il mio destino lo accetto'”. (Agg. di Fabiola Iuliano)



“Nadia Toffa cercava la verità”

A quasi tre mesi dalla sua morte, Domenica Live ricorda Nadia Toffa. La conduttrice Barbara D’Urso non ha annunciato solo l’intervista alla mamma, Margherita Rebuffoni, ma anche un omaggio alla giornalista de “Le Iene”. Nei giorni scorsi c’è stato quello di “Quarto Grado”, che ha trasmesso alcuni video inediti dell’infanzia, concessi proprio dalla sua famiglia. «Una combattente, una ragazza che aveva fatto grandi inchieste», ha detto Gianluigi Nuzzi che sui social non perde occasione per ricordare la collega. E quella sulla Terra dei Fuochi è stata una delle battaglie più importanti della giornalista bresciana. Del resto voleva difendere i più deboli. «Lei cercava la verità e voleva aiutare tutti quelli che ne avevano bisogno. Amava la vita, la verità, amava aiutare gli altri», ha spiegato sua madre al programma di Rete4. Ma si è parlato anche della mancata maternità di Nadia Toffa: «Non voleva diventare mamma perché sapeva che non sarebbe durata molto. Non si immaginava da vecchia». E questo anche prima della malattia.



Nadia Toffa, il ricordo della giornalista a Quarto Grado

Nadia Toffa

parlava raramente della sua malattia a casa. Preferiva non farlo. «Sapeva che era molto grave», ha spiegato sua madre a “Quarto Grado”. Combatteva con la voglia di vivere e al tempo stesso con una consapevolezza: «Se il mio destino è morire, farò altro. Se invece pensa che devo restare qui, i miracoli esistono». Un pensiero scaturito dalla profonda religiosità che ha riscoperto nei suoi ultimi mesi di vita. «Il Signore a volte ha un disegno suo. Una strada da seguire», ha detto Don Maurizio Patriciello, in collegamento. La giornalista aveva contattato proprio lui per indagare sulla Terra dei Fuochi. E lui ha celebrato il funerale. «Era una donna assetata di giustizia. Lei non ha mai avuto paura di nulla. Vedevo un video l’altro giorno, una delle sue inchieste, sono morti tutti di cancro. Ed è morta anche lei». Eppure Nadia Toffa non si sentiva una ammalata, motivo per il quale soffriva se era guardata diversamente dalle persone. «Si sentiva sola» invece negli ultimi tempi, ha spiegato la madre. E sapeva che sarebbe finita male per lei.



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“Il dolore ci rende più forti e colora vita”

Il suo lavoro non si è interrotto con la sua morte. I suoi progetti sono stati presi in mano dalla sua famiglia, così come resta la sua eredità. Quella di una donna che ha combattuto strenuamente il cancro al cervello per continuare a vivere. «Il dolore ci rende più profondi, più forti, colora la vita con sfumature accecanti, è una cassa di risonanza delle emozioni», ha scritto nel suo diario prima di morire, “Non fate i bravi”. Sono tanti i passaggi significativi del libro postumo di Nadia Toffa, come quello sul suo rapporto con il tempo. «Qualcuno vorrebbe tanto conoscere il proprio futuro, io invece preferisco aspettare la mia sorte senza sapere. [..] Chi non vuole sapere è padrone di tutti i giorni. [..] Ogni singolo evento va vissuto in quell’istante, senza speranza né aspettativa». E se si ha paura, bisogna affrontarla. Come lei sfidava la vita, perché amava vivere. «Ogni giorno è il mio giorno fortunato se lo voglio ardentemente. Ogni giorno è da ricordare semplicemente! Perché per ora non sono sul libro delle partenze».