Nadir Tedeschi è morto: l’ex deputato della DC si è spento all’età di 91 anni, dopo avere combattuto contro una malattia aggressiva, che, purtroppo, non gli ha lasciato scampo. Prima di ripercorrere la sua carriera politica, giova ricordare il grave attentato di matrice terroristica ai suoi danni da parte delle Brigate Rosse, che il 1° aprile 1980 lo gambizzarono nel corso di un’incursione effettuata all’interno della sede della Democrazia Cristiana, in via Mottarone 5 a Milano. In quella circostanza rimasero ferite altre tre persone.
A seguito di quell’episodio, Tedeschi ricevette la Medaglia d’oro come vittima del terrorismo, consegnatagli direttamente dal presidente della Repubblica a Milano il 9 maggio 2010. Le esequie si terranno alle 11 di mercoledì 11 agosto all’interno della parrocchia di San Lorenzo a Trezzano sul Naviglio, mentre la tumulazione della salma avverrà nella cappella di famiglia nel cimitero di Badia Polesine, dove già riposa la moglie, Elda Tardivello. L’uomo lascia i figli Francesca, Stefano e Alessandra e i nipoti Alessandro, Lapo e Rachele.
NADIR TEDESCHI MORTO: I SUOI TRASCORSI POLITICI
La figura di Nadir Tedeschi, venuto a mancare quest’oggi, merita un ulteriore approfondimento. Originario di Badia Polesine, divenne dirigente Olivetti e dedicò la sua esistenza a una lunga militanza politica. Come ricorda l’agenzia stampa nazionale Adnkronos, fu un componente della Sinistra democristiana e collaboratore stretto di Vittorino Colombo: la sua elezione alla Camera avvenne nel 1976 e coincise con il ruolo di correlatore della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. In seguito, ricoprì anche gli incarichi di membro delle commissioni parlamentari Lavoro, Industria, Difesa e di vicepresidente della Bicamerale per le Partecipazioni Statali.
Tedeschi fu anche dirigente della DC provinciale e nazionale e segretario della DC milanese. Venne rieletto deputato nel 1983 e rimase alla Camera fino al 1987. Poi, archiviata la parentesi nazionale, non fece venire meno il suo impegno nella società: proseguì il suo operato in qualità di consigliere comunale di Trezzano sul Naviglio e divenne presidente della Fondazione Clerici prima e della Fondazione La Vele poi. Fu anche al timone della Casa di Cura Ambrosiana, nell’ambito dell’Istituto Sacra Famiglia.