Un bombardamento deliberato, secondo le autorità armene, quello che ha devastato la storica cattedrale di Ghazanchetsots, nella città di Shusha nel Nagorno-Karabakh, da giorni obbiettivo dell’offensiva azera nei confronti del territorio a maggioranza armena dichiaratosi indipendente da anni. Il ministero della difesa dell’Azerbaijan ha smentito la responsabilità dell’accaduto, ma è chiaro che l’attacco possa essere venuto solo da parte loro, che negli ultimi giorni contano anche su migliaia di ex combattenti filo turchi inviati appositamente dalla Siria dal presidente Erdogan. Colpire un obbiettivo come questo è infatti colpire al cuore il popolo armeno nei simboli loro più cari, con totale disprezzo di ogni regola dei conflitti, ripetendo quanto l’Isis ha fatto in Siria, cioè distruggere i simboli della cristianità.



SIMBOLO DELLA PRIMA COMUNITA’ CRISTIANA

La cattedrale, luogo storico della Chiesa apostolica armena, rappresenta una delle prime comunità cristiane nel mondo. Nel corso di due bombardamenti sull’edificio russo sarebbero rimasti feriti anche giornalisti russi e locali presenti sul luogo. I giornalisti internazionali sul campo hanno riferito che  una parte del tetto è crollata e i detriti sono sparsi a terra, mentre tutto l’interno è coperto di polvere da parti delle mura colpite. Intanto il conflitto in corso va avanti senza alcun segnale di interruzione. La regione è contesa tra secessionisti armeni (sostenuti dall’Armenia) e forze azere di Baku. L’Armenia denuncia che i combattimenti, in cui hanno perso la vita finora oltre 300 persone tra cui 48 civili, imperversano lungo tutta la linea del fronte.

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