LE VOCI SUL POSSIBILE ‘NEPOTISMO’ DI NANCY PELOSI

Mai come nelle ultime settimane la famiglia di Nancy Pelosi, l’82enne speaker della Camera Usa tra le principali leader del Partito Democratico Usa, è stata al centro dei riflettori della cronaca e non solo della politica americana. La campagna elettorale verso le Elezioni Midterm dell’8 novembre, la gravissima aggressione in casa al marito Paul Pelosi (frattura al cranio dovuta ai colpi inferti dal criminale già arrestato David DePape) e ora pure le polemiche per la possibile successione nel seggio di San Francisco al Congresso – da 35 anni ininterrotti di “proprietà” di Nancy – alla figlia Christine Pelosi. Mentre infatti per l’acerrima rivale di Donald Trump (famosa la scena dei fogli del discorso del Presidente GOP strappati da Nancy Pelosi durante intervento al Congresso, ndr) si profila un futuro prossimo di possibile ambasciatrice a Roma per gli Stati Uniti, a San Francisco si preparano per la possibile sconfitta del Partito Democratico ai Midterm.



In questo senso, viene dato come probabile che sia il ruolo di speaker della Camera dei Rappresentanti che lo stesso seggio da deputata Dem, potrebbe essere perso dopo l’8 novembre. A quel punto si aprirebbe già la corsa alla sua successione con una sfida che vede già “in rampa di lancio” la figlia Christine, anche lei impegnata in politica ed ex procuratrice di San Francisco in California: contro la Pelosi Jr. sarebbe in lizza anche Scott Wiener, il primo membro apertamente gay che potrebbe entrare in Congresso da seggio di San Francisco.



NANCY PELOSI, GLI ATTACCHI DI TRUMP E I COMPLOTTISMI SUL MARITO PAUL

Come spiega il “Corriere della Sera” nel suo focus sulle prossime Elezioni Midterm, a prendere il posto di Nancy Pelosi come leader dei Democratici alla Camera – anche qui, ruolo che occupa da oltre 20 anni – «ambiscono i deputati Hakeem Jeffries di New York e il californiano Adam Schiff (relativamente “giovani”, hanno tra i cinquanta e sessant’anni) ma anche dalla generazione degli ottantenni potrebbero emergere dei candidati». Le polemiche però non si placano sul fronte Christine Pelosi, con il “nepotismo” che tra le frange repubblicane viene pesantemente criticato specie per il fatto che se l’eventualità fosse stata avallata da un membro GOP la stampa liberal avrebbe tuonato. Accade invece con Nancy Pelosi, tra le leader dem più apprezzate, e così l’ipotesi di un “cambio di guardia” con la figlia viene salutato addirittura con incoraggiamento e epiteti come “sogno” circa il futuro progetto della figlia della speaker della Camera.



In tutto questo, la vera polemica del giorno contro Nancy Pelosi è un’altra e proviene dall’ultimo comizio di Donald Trump in Iowa: «Tra cinque giorni porremo fine alla carriera politica di Crazy Nancy». In molti hanno sottolineato come le parole dell’ex Presidente, a pochi giorni dalla brutale aggressione al marito Paul Pelosi, siano state del tutto fuori luogo. «La gente mi chiede, ‘cosa posso fare per farti sentire meglio?», spiega Nancy Pelosi in un video in cui rassicura sulle condizioni di salute del marito («Sarà un percorso lungo, ma starà bene»); ebbene, la risposta della leader dem è semplice, «Votate!’. Credo che questa corsa possa essere vinta. Ciò che stiamo facendo non è solo per trionfare alle elezioni, ma per rafforzare la nostra democrazia… non c’è dubbio che la nostra democrazia sia al voto». I complottasmi circa le diverse teorie alla base dell’aggressione di Paul Pelosi intanto “impazzano”: da presunte relazioni scabrose omosessuali a vendetta per affari loschi, il “dark web” ha fatto uscire di ogni in merito alla aggressione di cui per ora si sa solo il nome del criminale entrato in azione e le motivazioni folli da lui addotte, «volevo rapire la speaker Nancy Pelosi».