L’INTERVISTA “CHOC” DI NANCY PELOSI (MINIMAMENTE CALCOLATA IN ITALIA): “QUELLA LETTERA POTREBBE NON AVERLA SCRITTA BIDEN”

La lettera di rinuncia alla carica di candidato per il Partito Democratico alle Elezioni Presidenziali Usa 2024 non l’ha scritta Joe Biden: a dirlo (oggi, ovviamente in ritardo estremo circa le ore clou del clamoroso ritiro avvenuto) non è una figura di secondo piano, ma niente meno che Nancy Pelosi, ex speaker della Camera e ruolo di prim’ordine all’interno del DNC. Non è Trump e nemmeno qualche repubblicano “spinto”, ma è proprio una delle più importanti figure storiche dei Dem che avanza l’ipotesi già circolata ampiamente nei giorni del ritiro verso fine luglio.



Il nuovo “caso” Dem nasce tutto con l’intervista di Nancy Pelosi domenica mattina con Lesley Stahl sulla CBS, minimamente presa in considerazione dai media italiani: «Non ho accettato quella lettera come nient’altro che una lettera», afferma l’ex speaker democratica, tra le più attive nel criticare la candidatura di Biden dopo le palesi difficoltà fisiche e cognitive dimostrate nelle ultime settimane di campagna elettorale. Davanti però all’abbandono ufficiale con tanto di missiva della Casa Bianca, i dubbi di Pelosi si fanno ingenti: «ci sono alcune persone che non erano contente della lettera, lasciatemi dire, alcuni hanno detto che alcune persone non erano contente della lettera». Ma soprattutto, Nancy Pelosi ammette senza poi spiegare o specificare oltre, «Non mi è sembrato Joe Biden a scrivere quella lettera».



LA “RISPOSTA” A TONO DI BIDEN CHE NON SMENTISCE PELOSI MA L’ATTACCA PER LE PRESSIONI RICEVUTE PRIMA DEL RITIRO

Messa così viene legittimo pensare come una sorta di “golpe” interno ai Dem sia stato messo in atto con il ritiro “forzato” di Joe Biden e l’ascesa immediata di Kamala Harris, unica in grado di ereditare (secondo il regolamento del ticket di candidatura) i finanziamenti già erogati all’inizio della campagna elettorale. Fa però quantomeno riflettere il fatto che fino all’intervista di Nancy Pelosi alla CBS, era opinione molto diffusa tra gli analisi Usa che tra le principali responsabili delle pressioni sul Presidente affinché si ritirasse fosse proprio l’ex speaker molto potente nel Partito Democratico.



Con quel «non mi è piaciuta la lettera» e sopratutto il «non mi è sembrato Biden a scriverla», ecco il caso si fa più intricato: a chi si riferisce Pelosi nella sua invettiva ben poco coraggiosa, vista la tempistica di fatto ora inutile con la candidatura lanciata di Kamala Harris (per la quale Pelosi con i big della Silicon Valley ha già raccolto 13 milioni di dollari per rilanciare la campagna)? Chi avrebbe potuto fare pressioni su Bien internamente al partito, senza però l’avvallo di Nancy, che pure in dichiarazioni pubbliche riteneva giusto il passo di lato?

L’intrigo dem è servito, specie dopo le ultime dichiarazioni della stessa Pelosi al “The New Yorker” in fortissima critica all’agenda Biden alla Casa Bianca, così come sull’inizio della campagna elettorale: «Non potevamo vederlo andare a rotoli, perché Trump sarebbe diventato presidente e poi avrebbe preso la Camera». A rendere ancora più “complesso” il potenziale “golpe” interno ai Democratici giungono anche le parole dello stesso Joe Biden nella sua prima intervista post-ritiro alla CBS: conferma le “pressioni” ricevute nelle settimane di fuoco dopo il dibattito sulla CNN, ma fa un solo nome dei big democratici che avrebbero influito sul suo ritiro. Ed è proprio quello della speaker: «Ho pensato che se fossi rimasto, quello sarebbe diventato il tema principale e allora lei (il giornalista, ndr) mi avrebbe chiesto oggi perché Nancy Pelosi ha detto questo, perché ha fatto questo o fatto quello, e ho pensato che alla fine sarebbe stata una vera distrazione». Delle due l’una insomma: Nancy Pelosi ha “coordinato” il ritiro di Biden, oppure qualcun altro nel DNC ha fatto il “lavoro sporco” contro l’attuale presidente. Uno dei due leader dem potrebbe avere ragione, ma di sicuro almeno uno ha invece mentito.