Oggi Canale 5 manda in onda la prima parte della fiction dedicata al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Tra i suoi figli, quello che ha ereditato una maggiore passione per l’impegno civile è con ogni probabilità Nando. Ma chi è Nando Dalla Chiesa? Data la moltitudine di attività che hanno caratterizzato la sua vita, prendiamo in prestito dal suo blog un piccolo estratto di presentazione: “Chi sono? Uno che ama impegnarsi, specialmente se sono in gioco la libertà e la giustizia. Ma anche la decenza mentale e morale. Insomma, mi piace la democrazia e ho cercato di darmi da fare per lei in tanti modi, anche se non ho ancora capito se lei me ne sia grata. Sono del PD ma sono soprattutto un democratico senza aggettivi. Il mestiere, dite. Già, sono un sociologo, laureato in economia alla Bocconi, e insegno a Scienze Politiche di Milano. Sono titolare di quattro corsi: Sociologia della criminalità organizzata (l’unico in Italia, l’ho fatto aprire io, ditemi che ho fatto bene… ), Sociologia e metodi dell’educazione alla legalità, Organizzazioni criminali globali, Gestione e comunicazione di impresa. Scrivo libri (fino a ora trentacinque) e collaboro con diversi giornali, in particolare con Il Fatto Quotidiano e con Radio Popolare”.
NANDO DALLA CHIESA: “MIO PADRE SCRISSE A SPADOLINI: SI SENTIVA MINACCIATO DAGLI ANDREOTTIANI”
Nando Dalla Chiesa, ospite di Andrea Purgatori ad Atlantide su La7 lo scorso aprile, parlando della trattativa Stato-Mafia, ha svelato alcuni dettagli sulla morte del padre, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: “So che i magistrati di Palermo per quanto riguarda l’indagine su mio padre, chiuso il maxi-processo tentarono di aprire un filone nuovo per quanto riguarda i mandanti esterni a Cosa Nostra. Arrivarono fino a un certo punto, c’erano tracce come disse il procuratore Scarpinato che portavano anche al Parlamento, ma oltre non si è riusciti ad andare”. Nando Dalla Chiesa ha anche parlato di uno dei misteri irrisolti seguiti alla morte del padre: “Mio padre girava sempre con una cartella, questa è stata ritrovata tempo dopo nel Palazzo di Giustizia, ovviamente vuota. I magistrati mi hanno anche detto che sotto il sedile anteriore della macchina c’erano anche diversi rapporti a cui stava mio padre: perché sotto il sedile anteriore? Perché nessuno li doveva vedere”. Poi le accuse: “In una lettera a Spadolini mio padre disse di sentirsi minacciato dalla famiglia politica più inquinata del luogo: era chiaro che si riferisse agli andreottiani”.