Il nandrolone è la sostanza a cui è risultato positivo il difensore dell’Atalanta José Luis Palomino. Si tratta di un derivato del testosterone, uno steroide anabolizzante che è presente naturalmente nel corpo umano, ma in piccole quantità. Il nandrolone viene venduto come terapia di supporto all’osteoporosi post-menopausa e in quella senile. Ma è usato anche come adiuvante in altre malattie, ad esempio nella terapia di ipotrofia muscolare e nelle anemie croniche. Il nandrolone ha proprietà androgene e anaboliche, in virtù dei miglioramenti nelle prestazioni che suscita è considerata una sostanza dopante. Nonostante ciò, è uno dei prodotti dopanti più diffusi in quegli sport dove la forza ha un ruolo chiave, come nel calcio, nel ciclismo, ma anche nel body building. Inoltre, aiuta a ridurre i tempi di recupero.



Viene considerato positivo al doping uno sportivo che evidenzia una concentrazione nelle urine superiore ai 2 nanogrammi/ml, mentre per le donne 5 ng/mL. Il nandrolone è una sostanza che può causare diversi effetti collaterali. Un uso indiscriminato può causare aumento di trigliceridi nel sangue, inibizione della spermatogenesi nell’uomo e riduzione della tolleranza ai glicidi. Inoltre, causa o accentua o accentua la tendenza al diabete, danni al sistema cardiovascolare, disfunzioni al pancreas, mascolinizzazione nelle donne. Nel 2010 il Ministero della Salute ha inserito il nandrolone nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope, essendo accertati i rischi concreti di severa dipendenza psichica.



NANDROLONE E CALCIO: I CASI PRECEDENTI

Il nandrolone nel calcio divenne un caso vent’anni fa, quando la Serie A registrò otto casi. Vennero squalificati Davids della Juventus per cinque mesi e Fernando Couto della Lazio per quattro. A loro si aggiunsero Da Rold (Pescara), Bucchi e Monaco (Perugia), Gillet (Bari), Caccia e Sacchetti (Piacenza). In quegli anni la FIFA lo eliminò dagli elenchi delle sostanze vietate, invece la FIGC lo considerava doping. Due anni dopo per nandrolone furono trovati positivi anche Guardiola (Brescia) e Stam (Lazio): quattro mesi di squalifica, poi furono prosciolti perché si scopri che il nandrolone veniva prodotto naturalmente dall’organismo. Ora se ne riparla per il caso Palomino, difensore dell’Atalanta. Per anni si è diffuso il luogo comune tra gli atleti secondo cui il nandrolone non avesse effetti collaterali, una credenza che ha spinto alcuni atleti a testare queste sostanze considerate erroneamente innocue. Invece la realtà dimostra che sono pericolose, anche se meno rispetto ad altre sostanze, a partire dal testosterone.

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