Cina, l’esercito lavora alla progettazione di nuove armi, così la super-potenza asiatica diventerebbe ancora più super

Ampio spazio al capitolo armi cinesi sul Washington Post di oggi, lunedì 28 agosto, in cui viene evidenziato l’incessante lavoro dell’esercito cinese nelle sue basi “segrete”, per la progettazione di nuove e sofisticate armi biologiche, realizzate con nanotecnologia. Dunque la Cina sembra fare sul serio per quanto concerne il potenziamento del proprio arsenale. Si fa riferimento, appunto, ad armi biologiche, biochimiche e neurobiologiche, con l’introduzione di nuove tecnologie che potenzierebbero gli effetti delle stesse, come riferisce il recente studio “In the Shadows of Science: Unravelling China’s Invisible Arsenals of Nanoweap- ons“.



Il rapporto menzionato nel quotidiano statunitense – il più diffuso e più antico giornale di Washington – avverte che i progressi cinesi nella biotecnologia sollevano nuovi timori a livello globale. L’avanzamento tecnologico della superpotenza asiatica, nello specifico, porrebbe una prospettiva concreta sul rischio che la Cina potrebbe ribaltare la tradizionale superiorità strategica degli Stati Uniti.



La Cina potenzia il proprio arsenale sviluppando nuove armi dotate di nano-tecnologia

Il potenziamento armamentario della Cina potrebbe, un domani, permettere a Pechino di ribaltare gli equilibri di forza tra le due superpotenze mondiali. In fase di sviluppo ci sarebbero nuove armi nanotecnologiche dotate di componenti e sensori estremamente avanzati per la raccolta dei dati. Ecco che entrerebbe in gioco una tecnologia “nanorobot” in grado di provocare blackout, errori di comunicazione o interruzioni finanziarie, ponendo gravi minacce in termini di sicurezza e stabilità.

Nel rapporto menzionato dal The Washington post, si fa riferimento anche alla possibile creazione di nano-armi guidate dall’intelligenza artificiale, in grado di prendere decisioni strategiche in tempo reale, di sferrare attacchi rapidi e imprevedibili. “Queste piccole ma potenti macchine potrebbero essere utilizzate come armi per compiti come la ricognizione, l’infiltrazione o anche omicidi mirati”, hanno spiegato nel rapporto degli analisti dell’intelligence.