Napoli candida San Gennaro come patrimonio dell’umanità Unesco. L’annuncio ufficiale, come riportato da Repubblica, arriverà domani, ma il rumors circola ormai da diverse ore. Le istituzioni civili e religiose che hanno deciso di portare avanti questa iniziativa saranno rappresentate dal cardinale Domenico Battaglia, arcivescovo della città partenopea. Al suo fianco ci saranno il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il neo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il titolo scelto per la candidatura è “Il culto popolare di San Gennaro a Napoli e nel mondo”. L’icona del Santo, infatti, è del tutto internazionale. È diventata da tempo un vero e proprio simbolo della città, conosciuto e onorato ovunque. Lo Stato di San Paolo, in Brasile, riconosce il culto del martire napoletano fra i patrimoni da proteggere e ha intitolato a lui uno dei più importanti ospedali della città. Al santo è dedicato inoltre lo stadio del Vasco da Gama a Rio de Janeiro.
Napoli candida San Gennaro come patrimonio dell’umanità Unesco: cosa significa
Un eventuale riconoscimento di San Gennaro come patrimonio dell’Unesco, dopo la candidatura portata avanti dalle istituzioni civili e religiose di Napoli, porterebbe alla città dei benefici notevoli in termini di notorietà, soprattutto a livello turistico. La liquefazione del suo sangue già da adesso è d’altronde il miracolo più famoso del mondo e attrae da sempre migliaia di stranieri.
La candidatura, ad ogni modo, dovrà passare prima attraverso l’esame del ministero della Cultura, che riceve quelle proposte da tutte le regioni italiane e poi valuta quali di queste mandare all’Unesco, successivamente sarà possibile comprendere se verrà accettata o meno. Il culto, almeno per quanto riguarda l’Italia, è certamente tra i più forti, al pari di Sant’Antonio a Padova, è per questo motivo che l’iniziativa stupisce soltanto in parte e potrebbe presto diventare concreta.