Il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Eugenio Forgillo, a Tgr Campania ha commentato i dati diffusi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. I tribunali del distretto napoletano hanno registrato un calo del 10% dei procedimenti pendenti così come una diminuzione del numero dei reati – fatta eccezione per il furto di tir e per gli omicidi sul lavoro-. A preoccupare sono le “stese”, circa sessanta nel 2023. “Dati che ci assimilano al Sudamerica” spiega Forgillo. “Evidentemente i numeri sono ancora troppo elevati: circa 130.000 processi penali e circa 190.000 civili.
“Un fenomeno aberrante che ci assimila ai Paesi sudamericani dove avvengono queste sparatorie incontrollate in piazza, soltanto per fare il sintomo della presenza criminale” sottolinea Forgillo. “Ho la sensazione, statisticamente non comprovabile, che molti infortuni sul lavoro derivino anche sull’uso dei bonus edilizi di cui si è fatto uso ed abuso negli ultimi anni” conclude il presidente della Corte d’Appello di Napoli. Sulle pagine de Il Mattino, poi, spiega ancora: “L’ondata di violenza metropolitana terrorizza la gente che è costretta a rintanarsi in casa”. Secondo il presidente della Corte d’Appello “sebbene gli omicidi nell’ambito partenopeo risultino in calo, ancora diffuso resta l’inqualificabile fenomeno delle cosiddette stese tra bande contrapposte”.
Forgillo: “Napoli più come un Paese del Sudamerica che uno occidentale”
Sulle pagine de Il Mattino, Eugenio Forgillo prosegue: “Le forze dell’ordine segnalano che la camorra è profondamente radicata nel tessuto sociale del territorio ed è caratterizzata dalla presenza, da un lato, dei clan dominanti, principalmente orientati al perseguimento di interessi illeciti ad elevata redditività economico-finanziaria; e dall’altro di un numero elevato di gruppi minori che manifestano una elevata propensione al conflitto, rendendosi responsabili di quel noto gangsterismo urbano profondamente allarmante per la collettività, talvolta messa in pericolo da sparatorie in contesti altamente urbanizzati”.
Secondo il presidente della Corte d’Appello “il fenomeno delle stese avvicina più il nostro territorio a quei Paesi sudamericani che ad un Paese dell’Occidente. Si tratta di un fenomeno che, a livello distrettuale, deve impensierire non poco chi di dovere per prendere qualche contromisura, per evitare che le persone evitino di uscire la sera, anche nel salotto buono della città”. A preoccupare è anche il fenomeno della “devianza minorile” che ha raggiunto “consistenza tale da destare vivo allarme sociale in ragione della particolare gravità dei reati consumati, spesso connotati da una spropositata violenza”.