Nella giornata di ieri a Napoli si è ufficialmente insediato il nuovo Questore Maurizio Agricola, che oggi ha tenuto una conferenza in presenza dei giornalisti. Nel corso della sua presentazione, il neo questore ci ha tenuto a sottolineare quali saranno i capisaldi del suo mandato, che punterà soprattutto a invertire quelle situazioni che da sempre ledono l’immagina nazionale ed internazionale della città partenopea.



In apertura, ha detto che per lui tornare a Napoli “è una fortissima emozione“, dato che si tratta della città che “mi ha visto crescere professionalmente”. Nato a Palermo, Agricola ha iniziato quasi subito la carriera in polizia, arruolandosi nel 1989 e finendo di istanza, dopo la formazione, a Reggio Calabria, prima di ottenere il trasferimento nella sua Palermo. Nel 1994, invece, ha iniziato a prestare servizio nella questura di Napoli, diventando nel 2004 Primo dirigente del commissariato di Castellammare di Stabia. Dal 2010 è tornato a Palermo, dove è rimasto fino al 2014 quando Agricola è stato trasferito a Trapani, ed, infine, a Catanzaro nel 2021. Qui ha prestato servizio come Questore, per poi tornare nella capoluogo campano quest’anno.



La missione di Agricola a Napoli: “Stop a baby gang e Camorra”

Nella conferenza stampa, che ha tenuto ovviamente da Napoli, Agricola ha parlato degli obiettivi principali del suo mandato, partendo dalle sfide che lo attendono. “Sono tante”, ha spiegato, elencando “l’ordine pubblico, i confitti sociali, occupazionali, il tifo violento, la criminalità organizzata e quella cosiddetta diffusa, con nuove leve che si affacciano sul territorio. Un fenomeno da attenzionare a 360 gradi”.

Parlando della Camorra a Napoli, Agricola ha sottolineato l’importanza delle indagini patrimoniali, come primo tassello per individuare i criminali. Aggiungendo, invece, dettagli sulle nuove leve, ha parlato del fenomeno in ascesa delle baby gang, un nuovo modello criminale sul quale prestare particolare attenzione. “Intensificheremo”, ha spiegato, “gli incontri nelle scuole. Ma per sconfiggere questo fenomeno è necessaria un’azione sinergica di tanti attori ed istituzioni, specie quelli della cosiddetta società civile, da cui mi aspetto tanta collaborazione”. Analizzando, invece, la questione della crisi dei modelli educativi a Napoli, ha sottolineato nuovamente l’importanza “fondamentale” delle famiglie, che “ci devono venire incontro”. Sul tema della sicurezza, invece, ha detto che non basta piantonare ogni incrocio cittadino, ma occorre “illuminare le strade e riqualificare i quartieri”.