Un palazzo di Napoli sito presso l’Arenella è stato sgomberato a seguito del rischio di un possibile crollo. Come riferisce l’edizione online del quotidiano Il Mattino, in totale sono state fatte uscire dall’edificio ben 28 famiglie, un centinaio di persone che sono state costrette a lasciare la propria abitazione durante la serata di ieri. Secondo quanto emerso dalle indagini, stando a come scrive il giornale partenopeo, due sembrerebbero essere le ipotesi più accreditate che hanno portato all’evacuazione, leggasi delle possibili infiltrazioni o eventualmente il cedimento di un pilastro o di più muri portanti, in relazione a dei lavori di ristrutturazione di un appartamento. “Lavori interni alle singole abitazioni – scrive Il Mattino – attività edilizie oltre il consentito che potrebbero aver causato una condizione di allarme”.
Uno dei residenti in zona, commenta: «Abito da queste parti, siamo in una strada che collega l’area collinare con la bretella della tangenziale, ho notato in questi giorni un via vai di operai, come se all’interno di questo edificio fossero stati realizzati dei lavori di ristrutturazione. Mi auguro che non sia stata danneggiata la solidità dell’intera struttura, sarebbe un vero e proprio scempio», un altro aggiunge: «Da troppi anni, lavori di restauro interno alle proprie abitazioni vengono condotti senza reali verifiche da parte degli organi preposti».
NAPOLI, PALAZZO ALL’ARENELLA EVACUATO: “INQUIETANTE RAGNATELA”
Secondo quanto emerso, un primo allarme avrebbe riguardato i piani alti dell’edificio, da cui sarebbero partiti dei segnali di smottamento con una serie di lesioni sul soffitto o sulla parte superiore delle mura.
Il giornale parla poi di una “inquietante ragnatela”, delle lesioni che avrebbero interessato una porzione sempre più ampia dell’edificio stesso, con conseguente evacuazione obbligata. Per il centinaio di persone evacuate, il Comune di Napoli ha messo a disposizione gli alberghi, in attesa poi che dalle indagini emerga cosa sia realmente accaduto: bisognerà capirà se questi poveri cittadini partenopei riusciranno mai a rientrare nelle proprie abitazioni.