Si è dimesso il professore di Napoli dell’Accadema delle Belle Arti, dopo le accuse di molestie sessuale nei suoi confronti, emerse nelle ultime ore. Attraverso una lettera il prof in questione ha ricordato il lavoro svolto e il contributo dato all’istituto, giustificando la decisione di fare un passo indietro per salvaguardare la serenità e il benessere degli allievi, nonché, per potersi difendere nelle sedi opportune. A Storie Italiane si è trattato ampiamente il caso in questione, attraverso le testimonianze di alcune studentesse che sarebbero appunto state abusate dal prof di cui sopra: “Sono una studentessa e una vittima del docente – le parole di una ragazza il cui volto è stato ovviamente oscurato e la voce camuffata, rilasciate a Fanpage – ho subito una violenza sessuale a casa sua, minacce del tipo “se non lo fai ti boccio”, richieste inappropriate, mi ha chiesto di vestirmi in un determinato modo… Mi ha cercato su Instagram dopo gli esami orali, e mi ha scritto che dovevamo mantenere un segreto, io non ho capito cosa intendeva. Poi mi ha scritto anche su Whatspp, e mi ha chiesto foto nude, minacciandomi. Io gli ho mandato foto del volto, ma lui mi ha fatto altre richieste minacciandomi che mi avrebbe bocciato. Alternava momenti – ha proseguito – in cui si comportava quasi come un padre, ad altri invece in cui mi mandava audio disgustosi”. Secondo quanto riferisce Fanpage, si tratterebbe di una persona molto conosciuta nel mondo del cinema, e proprio per questo vige il massimo riserbo sull’identità delle varie persone coinvolte. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NAPOLI, PROFESSORE DI BELLE ARTI ACCUSATO DI STUPRO

Il professore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua ex alunna, vuole accorciare i tempi dell’inchiesta e ha avviato delle indagini difensive, anche per via del sospetto di aver subìto sul proprio profilo Facebook un hackeraggio. A pochi giorni dall’esplosione del caso, i difensori del professore hanno infatti depositato un’istanza in Procura chiedendo di anticipare la data del conferimento di incarico per decodificare il cellulare della ragazza, acquisito dieci giorni fa per ottenere riscontri della denuncia della studentessa. L’inizio dell’analisi era stato fissato per il prossimo 5 marzo, ma l’obiettivo degli avvocati Lucilla Longone e Maurizio Sica è anticipare appunto i tempi. Pochi giorni fa invece avevano depositato la trascrizione di centinaia di messaggi, ricavati da chat intercorse tra il professore e l’alunna. Ma da mesi circolano accuse di molestie sessuali da parte di uno o più docenti, tanto che il caso sopraccitato è ritenuto la punta di un iceberg. Per questo la Procura ha deciso di aprire un secondo filone di indagine, un fascicolo esplorativo per ora.



PROFESSORE BELLE ARTI È LO STESSO REGISTA DI CUI PARLÒ LE IENE?

La particolarità di questo caso è che è interamente finito sui social e su YouTube. Qualcuno ha realizzato un film usando i messaggi audio e scritti riconducibili al professore, per dimostrare la presunta violenza sessuale. Una specie di film dove compare il nome col volto del docente, montato con apprezzamenti, avance, provocazioni per sostenere la denuncia di stupro a carico del professore dell’Accademia di Belle Arti. Fino a pochi giorni fa aveva ottenuto oltre 8mila condivisioni, salvo poi risultare inaccessibile. La loro relazione sarebbe cominciata a settembre e sarebbe andata avanti un paio di mesi, finendo male. Secondo la versione della studentessa, il docente l’avrebbe costretta a fare sesso e a mandargli foto hot. Invece lui sostiene che sarebbe stata la ragazza a cercare il primo contatto, dando vita ad un rapporto sempre consenziente. Il pm Cristina Curatoli e l’aggiunto Raffaello Falcone sono dunque chiamati a fare chiarezza. Di questo professore si sa anche che è un apprezzato regista. Ed è per questo che Dagospia lancia un sospetto: sarà forse lo stesso regista napoletano di cui parlarono “Le Iene”? A parlarne fu l’attrice Giorgia Ferrero, che ha recitato ne “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Raccontò di molestie subite via chat da parte di un regista napoletano nel febbraio 2016. «Voglio diventare intimo, voglio una cosa senza filtri, se ti fidi di me ti chiedo un coinvolgimento assoluto fin dall’inizio», le disse lui. E lei rifiutò, diventando così una «mammoletta».

Leggi anche

Bruciata viva dall'ex, finge incidente e torna a casa: "L'ho fatto per i figli"/ La verità solo dopo 7 anni