Una professoressa è stata picchiata da un alunno 13enne, ricevendo un pugno in un occhio che le ha provocato un edema alla retina. Succede a Napoli nel quartiere Miano nell’Istituto Comprensivo Statale Salvo D’Acquisto. La professoressa coinvolta, la docente di italiano Donatella Appratto, fornisce il terribile racconto di quei momenti.



Controllavo sempre la classe, un occhio al pc e uno alla classe. Vedo alla mia destra che un alunno si avvicina, con il suo banco singolo con le rotelle, a un altro compagno – racconta in collegamento con Storie Italiane, programma in onda su Rai 1 – Inizia a dare pugni sulle sue spalle. Il ragazzo cerca di proteggersi, io mi alzo per intervenire e per fermarlo, gli dico di non picchiarlo, allora la situazione torna come prima”. Poi però il 13enne “si alza dal banco durante lo spuntino, quando tutti erano seduti. Viene davanti a me, io lo guardo, vedo che ha gli occhi torvi e inebetiti. In quei secondi penso che vorrà chiedere scusa a me e al suo compagno”. Quando “all’improvviso mi sferra un pugno nell’occhio sinistro con una mira da pugile provetto, diretto al centro dell’occhio, che mi ha procurato un dolore assurdo. Ho barcollato. Mi poteva rompere il naso, potevo cadere a terra e rompermi la testa. Avevo la porta dietro di me, l’ho aperta e ho gridato aiuto. Il personale ausiliario è arrivato subito e mi ha dato il ghiaccio”.



Professoressa picchiata da alunno 13enne a Napoli: “aveva giocato fino a tardi a videogiochi di guerra”

La professoressa picchiata con un pugno nell’occhio da un suo allievo 13enne, di una scuola media di Napoli, ospite a Storie Italiane racconta che “mi ha sferrato un pugno con violenza e determinazione. Ho un edema alla retina e una contusione allo zigomo, una piccola emorragia e anche il dito è sconquassato”. Dopo questa gravissima aggressione, la professoressa ha spiegato di aver chiamato immediatamente i carabinieri e aver convocato il padre dello studente. E qui si apre un’altra parentesi agghiacciante di questa vicenda, in quanto i genitori del 13enne avrebbero “giustificato” il figlio spiegando che aveva giocato fino alle 2 di notte a videogiochi di guerra online insieme ad alcuni compagni di classe. “Con un po’ di ritardo mi sono arrivate le scuse” denuncia la professoressa, svelando che il 13enne “in seconda media mi avevano riferito alcuni colleghi che era stato manesco”.



Noi insegnanti siamo l’ultimo baluardo della civiltà educativa – dichiara la professoressa picchiata a Napoli – I ‘cattivi maestri’ che dilagano sui social hanno un potere che nessuno contrasta, i governi e i parlamenti soccombono. È una cosa molto grave di cui lo stato si deve occupare. Quello che mi sento di dire come portavoce della categoria è che bisognerebbe istituire una figura dello psicologo in ogni istituzione scolastica”.