In una cittadina di Qualiano, a nord di Napoli, alcuni malviventi lo scorso 30 dicembre hanno rapinato una gioielleria mentre al suo interno vi erano una donna e la sua figlia piccola. Da un buco sono sbucati tre criminali che pur di arraffare i gioielli non hanno esitato a malmenare di botte la povera giovane donna, la signora Tania davanti ad una bimba di soli 3 anni che nel frattempo assisteva scioccata. Oggi Mattino Cinque News si è recata presso la gioielleria, intervistando la vittima.



“Purtroppo quello che ci è successo sarà una cosa che ci segnerà per sempre, stiamo provando ad andare avanti col lavoro e con la vita, ma ovviamente ogni rumore e sensazione ci riporta a quel giorno. La sensazione che escano i ladri dal pavimento ci attanaglia tutti i giorni, non riusciamo più a vivere sereni. Abbiamo provato a chiudere il tunnel ma la burocrazia non ci sta aiutando”.



RAPINA A NAPOLI, LA VITTIMA: “LA MIA BIMBA STAVA DORMENDO”

E ancora: “La mia bimba sta attraversando giorni sì e giorni no, stiamo cercando in tutti i modi, con l’aiuto della mia famiglia, mio marito, di farla stare la più serena possibile, ma al primo rumore, alla prima vibrazione, la mente torna al 30 dicembre. Magari vedere una persona incappucciata per il freddo ci porta a chiedere se sono di nuovo ladri”.

La vittima della rapina di Qualiano non aveva inizialmente capito fosse una rapina: “Ai primi rumori ho pensato ai botti di fine anno, poi ho pensato al terremoto. Era mattina presto, mia figlia non andava a scuola ed era in braccio a me, poi quando ho visto fuoriuscire il primo non avevo ancora realizzato, pensavo ad un film”. I tre malviventi probabilmente sono rimasti sotto tutta la notte, per poi attendere l’arrivo della proprietaria per evitare che fosse scattato l’allarme: “Così sarebbe stato semplice, non dovevano cercare i gioielli, bastava farsi aprire la cassaforte”. Tania ha aggiunto: “Non ho mai pensato alla morte, il colpo di pistola sparato non l’ho neanche sentito, io urlavo e dimenavo. Io comunque non dovrei avuto agire così – conclude in lacrime – sarebbe potuta finire peggio. Non mi riconosco ed ho un profondo senso di colpa”.