A Napoli è stato scoperto un vero e proprio mini marker degli euro: in cambio di 5 euro si poteva comprare una banconota contraffatta da 50, mentre per 10 se ne avevano 100 e via discorrendo. In media le banconote false costavano il 10 per cento del loro valore e sembra che siano state molte le persone che si recavano presso questo minimarket gestito da una famiglia di donne ritenute vicina alla Camorra per poi andare a fare la spesa. Mattino 5 si è occupato del caso intervistando il comandante dei carabinieri, il tenente colonnello Lorenzo Marinaccio, che ha sgominato l’organizzazione criminale.
“L’attività investigativa è cominciata a luglio 2021 coordinata dalla Procura di Napoli, abbiamo svolto i servizi tradizionali a cui abbiamo affiancato attività come intercettazioni tecniche e ambientali e abbiamo individuato il luogo dove avveniva la vendita ma anche due depositi dove venivano stoccate le grandi quantità di valuta contraffatta e tutti i membri del sodalizio criminale che gestiva l’attività”. E ancora: “Il periodo oggetto dell’indagine è compreso fra luglio 2021 e ottobre 2022 e noi abbiamo sequestrato circa 500mila euro contraffatti quindi è verosimile ritenere che la cifra sia molto superiore. Abbiamo individuato gli appartenenti al gruppo criminale che smerciava la valuta dopo averla acquistata dal produttore: non siamo ancora arrivati all’organizzazione che produce questa valuta, quindi non possiamo escludere che vi siano altri punti vendita”.
NAPOLI, MINIMARKET DELL’EURO FALSO: “QUALITA’ DI ALTISSIMO LIVELLO”
La qualità della valuta contraffatta, ha aggiunto il militare dell’arma: “E’ di altissimo livello, è molto facile spacciarla per autentica. Non è una cosa fatta nel retro bottega alla Totò, ci sono macchinari di altissima risoluzione”. In ogni caso il comandante ha specificato: “Chi utilizza una valuta contraffatta in buona fede non rischia il penale, chissà quante volte è accaduto di spendere banconote false senza saperlo”.
In collegamento da Napoli vi era Raffaele Auriemma che ha aggiunto: “Al vertice vi era una famiglia che abita in una zona particolare di Napoli coinvolta anche in attività camorristiche. Era una gestione del denaro contraffatto effettuata in maniera semplice, non c’era bisogno di essere armati, era come un minimarket del denaro contraffatto, presso il quale molte persone andavano come se fossero la normalità: ho 5 euro me ne danno 50 e vado a fare la spesa”.