Caro direttore,
non scrivo quasi mai di calcio e non sono un tifoso fanatico, ma quello che sta succedendo a Napoli e in molti luoghi della Campania e del Mezzogiorno merita un approfondimento. Innanzitutto l’attesa di questo successo sportivo oramai è divenuta un motivo di mobilitazione collettiva che ha generato festoni e frasi geniali utilizzando tutto il repertorio culturale, immaginifico e visivo del territorio (da Maradona a Troisi passando per san Gennaro e il Vesuvio).
Ovviamente ci sono e ci saranno i soliti eccessi, i violenti, i cialtroni e i teppisti, compreso l’idiota che ha acceso domenica scorsa un fumogeno in un treno della metropolitana. Però la festa è autentica, la gioia è coinvolgente, i turisti sono affascinati e partecipi. Anche la scaramanzia è scomparsa, visto che si è iniziato a festeggiare da mesi rompendo ogni storico tabù.
Insomma dopo il caffè sospeso e tutti i suoi derivati (la pizza sospesa, il giocattolo sospeso, eccetera) è arrivato anche lo scudetto sospeso. Così atteso e voluto, come simbolo di rivalsa rispetto al resto del Paese e del mondo. Napoli primeggia grazie allo scudetto e cancella tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni? Credo proprio di no, ma questo risultato potrebbe innestare una nuova fase sociale e culturale che unita al boom turistico potrebbe rigenerare in positivo l’intero territorio.
Sarà in grado la classe dirigente locale e nazionale di saper incanalare al meglio questa energia positiva? Io mi auguro di sì, ma bisogna impegnarsi moltissimo in questa sfida creando una stagione di efficienza amministrativa e politica. I cittadini sono sempre più arrabbiati perché non vedono miglioramenti nel trasporto pubblico, nella raccolta rifiuti, nella gestione dell’ordine pubblico, per non parlare delle attività burocratiche.
Napoli, a mio avviso, è da sempre un termometro del Paese. Il Mezzogiorno sta vivendo un periodo drammatico di desertificazione sociale e culturale. Una riduzione demografica senza precedenti. Una qualità della vita sempre peggiore. I giovani fuggono via, le mafie e le camorre prendono il sopravvento. Una situazione che va affrontata con determinazione, fermezza e guardando al lungo periodo. Se questa sfida sarà vinta sarà un bene per tutti.
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