Napoli a rischio crac: il sindaco Luigi de Magistris ha un mese di tempo per evitarlo, altrimenti potrebbe arrivare un commissario. Il problema è legato alla sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato lo “spalmadebiti” a 30 anni. Quindi, non è più possibile dilazionare il debito e spalmarlo sui prossimi tre decenni. Visto che Luigi de Magistris è da 10 anni a Palazzo San Giacomo e che a ottobre scade il suo mandato, oltre alla rata di meno di 70 milioni di euro che paga l’Ente per smaltire il debito, servono altri 270 milioni, un decimo del debito complessivo di Napoli che ammonta a 2,7 miliardi. Ne parla oggi Il Mattino, ricostruendo la storia di questo disavanzo. Il sindaco attuale ha ereditato 800 milioni di debiti. L’altro aspetto di cui va tenuto conto è che negli ultimi 10 anni sono stati tagliati ben 2 miliardi di trasferimenti dallo Stato. D’altra parte, il Comune di Napoli si è rivelato incapace di dismettere il patrimonio immobiliare, perché erano stati messi a bilancio circa 80 milioni ma ne sono arrivati appena 7 nel bilancio 2019.
È emersa poi l’incapacità di riscossione delle tasse, che è ferma ad una media del 45%. Solo per le violazioni al Codice della strada, ad esempio, dovrebbero essere incassati 126 milioni, ma ne entrano in media 19,5 milioni. Una vicenda emblematica, visto che sono soldi che “dopano” i bilanci ma non vengono mai incassati.
NAPOLI A RISCHIO FALLIMENTO: METÀ DEBITO STRUTTURALE
Ma la Corte Costituzionale era già intervenuta sulla contabilità del Comune di Napoli. Lo aveva fatto nel 2019, quando il Comune usò 1,4 miliardi di anticipazione di liquidità dello Stato non per pagare i creditori ma per abbattere il debito. Quindi, metà disavanzo è strutturale, spiega oggi Il Mattino. A ciò si aggiungono 700 milioni di anticipazione arrivati da Cassa Depositi e Prestiti. Quindi, la mancata riscossione delle multe vale tra 400 e 500 milioni di euro. Ora tutti i nodi sono venuti al pettine. Ora che succede? Mentre si parla di rischio commissario, il più dovrebbe farlo il premier Mario Draghi. Secondo il quotidiano partenopeo, il presidente del Consiglio ci sta pensando, essendo la punta di un iceberg di conti malati degli enti locali. In Italia ci sono infatti 812 Comuni, tra cui Torino e Palermo oltre a Napoli, i cui conti rischiano di saltare. Di queste città, ben 627 sono solo nel Mezzogiorno. E il sindaco? Per lui si parla di dimissioni imminenti, smentite per ora dal diretto interessato.