TERZO MANDATO, L’APPELLO DI NARDELLA A TUTTO IL PD: “SOSTENERE L’EMENDAMENTO DI SALVINI”
In Parlamento potrebbe scorgersi all’orizzonte un anomalo asse Lega-Pd per portare avanti la battaglia sul terzo mandato, tanto per i Governatori delle Regioni quanto per i sindaci delle grandi città. Lo ha spiegato in una intervista a “La Stampa” il sindaco di Firenze, Dario Nardella, il quale chiama a raccolta simbolicamente tutti i primi cittadini dem che da tempo spingono per la modifica di una regola ora alla portata di mano con i vari emendamenti sul Decreto Elezioni (approvato in CdM lo scorso 25 gennaio, ndr).
Il terzo mandato per i sindaci delle grandi città «sarebbe una cosa sacrosanta» e viste le “analogie” tra presidenti di Regione e sindaci, una convergenza del Pd sull’emendamento della Lega «non sarebbe uno scandalo»: secondo Nardella puntare sul terzo mandato è anche più in linea con i principi costituzionali in quanto non si capisce perché dividere il corpo elettorale sulla base della residenza in un Comune piuttosto che in un altro, è una lesione questa del diritto di voto dei cittadini. Per il sindaco fiorentino, «ci sarebbero cittadini di serie B – quelli delle città medio-grandi – che non potrebbero rieleggere un sindaco che giudicano positivamente», mentre cittadini di serie A (le città medio-piccole) che invece possono per effetto del nuovo Decreto Elezioni. È per questo motivo che Nardella si augura che l’intero gruppo Pd sostenga la linea dell’emendamento Lega appena presentato: «Pur non essendoci affinità politiche tra Pd e Lega non vedo alcuno scandalo se su questo aspetto specifico si trova una convergenza contingente».
COSA PREVEDE L’EMENDAMENTO DELLA LEGA SUL TERZO MANDATO E PERCHÈ IL CENTRODESTRA È DIVISO (PER ORA)
Non solo, per il sindaco Nardella finora all’interno del Pd non avrebbe registrato particolari conflitti sul terzo mandato per sindaci e governatori, «tuttavia mi pare giusto un confronto trasparente». Come del resto sostenuto anche dalla Lega, il politico dem non capisce perché un Ministro, un Premier o un Presidente della Repubblica non debbano sottostare al limite dei mandati, mentre gli amministratori locali e regionali sì. Il tema però per Nardella non riguarda le personalità forti a livello regionale come De Luca e Bonaccini che potrebbero usufruire dell’eventuale apertura al terzo mandato: «serve guardare al modello, oggi vale per Tizio, domani per Caio». Non solo, per il sindaco di Firenze l’estensione del terzo mandato «non comporta l’automatismo dell’elezione di una persona ma amplifica il potere del corpo elettorale e potenzialmente garantisce stabilità».
L’emendamento presentato dalla Lega in commissione Affari Costituzionali del Senato riguardano l’elevare da 2 a 3 il limite dei mandati sia per i Presidenti di Regione che per i sindaci di tutte le città, indipendentemente dalla popolazione: un altro emendamento al Dl Elezione è stato invece presentato da Meinhard Durnwalder (SVP), che chiede l’abrogazione di tutti i limiti per i mandati dei sindaci. Con il M5s contrario e con parte del Pd restio a seguire l’indicazione di Nardella, anche nel Centrodestra l’unità non è piena sul fronte terzo mandato: l’emendamento della Lega ha trovato infatti finora risposte negative tanto da Forza Italia quanto dal partito della Premier Meloni: «Noi non siamo favorevoli al prolungamento del mandato ai presidenti di Regione che hanno già avuto due mandati», ha spiegato stamane il leader di FI Antonio Tajani, «non è una questione che riguarda la Lega ma la tutela della democrazia e una garanzia di alternanza». FdI intanto prende tempo ma con il capogruppo alla Camera Tommaso Foti fa intendere che vi sia un certo “raffreddamento” dalle parti di Palazzo Chigi: «L’emendamento della Lega al decreto elettorale per il terzo mandato? Faccio notare che si tratta di un decreto legge. Gli emendamenti dovrebbero riferirsi al caso di necessità e urgenza per i quali il decreto viene adottato ai sensi della Costituzione. Ritengo che, allo stato attuale, non sia possibile riconoscere i requisiti di necessità e urgenza che dovrebbero portare la politica a pronunciarsi in un senso o nell’altro. […] Il Senato lo valuterà e si esprimerà come ritiene opportuno». Intervistato a “Start” su Sky TG24 il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, non nasconde la divisione interna al Centrodestra – finora – sul terzo mandato: «no al terzo mandato per il premierato credo sia più una mossa di chi non vuole il terzo mandato: c’è un gioco di Fdi a non volerci dare il terzo mandato per i governatori». Secondo il Carroccio, i sindaci di città importanti, così come i Governatori, «devono potere avere 3 mandati. tutti incensano il sistema di elezione diretta del sindaco, perché è il rapporto più diretto tra il voto e il cittadino, c’è un controllo democratico della base elettorale sul lavoro del sindaco e sono i cittadini a decidere se qualcuno ha lavorato bene o ha lavorato male. Il fatto che ci siano tre mandati – conclude Molinari – non mette a repentaglio la sicurezza delle istituzioni».