Un documentario della BBC ha sottolineato che il primo ministro indiano, Narendra Modi, è stato “direttamente complice” del massacro di Gujarat del 2002, che ha portato all’uccisione di oltre 1.000 musulmani. Il primo episodio del documentario, “The Modi Question”, è stato trasmesso martedì scorso e ha rapidamente generato clamore in India, dopo che videoclip non autorizzati hanno iniziato a circolare sulle piattaforme dei social media, in cui si rammenta agli spettatori “il ruolo controverso di Modi nei disordini del Gujarat del 2002“.
Il documentario, della durata di 59 minuti, analizza in modo approfondito quell’episodio, che corrisponde a una delle peggiori esplosioni di violenza religiosa in India dall’indipendenza del Paese nel 1947. Sul “Time” si legge: “Il documentario racconta come i disordini siano scoppiati dopo che un treno che trasportava pellegrini indù nello Stato del Gujarat è stato dato alle fiamme, uccidendo 59 persone. La comunità musulmana è stata ritenuta responsabile dell’incidente, il che ha portato a un’intensificazione degli attacchi di rappresaglia e alla morte di oltre 1.000 persone, la maggior parte delle quali musulmane. I disordini hanno avuto luogo sotto la guida di Modi, che all’epoca era il primo ministro del Gujarat. I filmati crudi e agghiaccianti del documentario rivelano come la polizia rimase a guardare mentre le folle indù attaccavano i musulmani e le offensive religiose prendevano piede nello Stato”.
“NARENDRA MODI, PREMIER INDIA, COMPLICE DEL MASSACRO DI GUJARAT”: DOCUMENTARIO DELLA BBC
Il documentario della BBC mostra un rapporto inedito del Ministero degli Esteri britannico nel quale viene ritenuto Narendra Modi “direttamente responsabile del clima di impunità” che ha permesso le violenze, le quali avevano “tutte le caratteristiche di una pulizia etnica”. La BBC ha individuato anche altre note del governo britannico e di diplomatici occidentali, tra cui l’ex ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, che ha criticato inequivocabilmente la condotta di Modi.
Tuttavia, scrive il “Time”, “il documentario presenta anche interviste con ex politici del BJP che sostengono Modi e negano fermamente il suo coinvolgimento nei disordini. Essi citano il verdetto della Corte Suprema indiana del 2013, che ha dichiarato che non c’erano prove sufficienti per perseguirlo. Invece, secondo Kenneth Roth, ex direttore esecutivo dell’ONG Human Rights Watch, il Gujarat è sempre stato uno dei temi più delicati per Modi, perché ha dimostrato ‘passività di fronte alla violenza etnica su larga scala’”.