La Nasa ha testato con grande successo il nuovo velivolo spaziale Dart, costruito per deviare le rotte degli asteroidi che dovessere essere in possibile collisione con la Terra. Si tratta del primo esperimento in assoluto di difesa planetaria messo a punto dagli scienziati, per prevenire un possibile futuro evento catastrofico che potrebbe provocare l’estinzione dell’umanità. In questo caso è stato fatto schiantare il velivolo contro l’asteroide Dimorphos facendolo così andare fuori rotta. La strategia si è rivelata funzionante in quanto ha effettivamente deviato la traiettoria del corpo solido, ma non è stata esente da conseguenze che ora potrebbero rivelarsi pericolose.



Nello schianto infatti è stato provocato accidentalmente uno sciame di rocce, circa 37, che ora a loro volta potrebbero raggiungere la Terra in quanto non è possibile stabilire con esattezza la rotta perchè volano nello spazio ad una velocità di 13.000 miglia all’ora. Una tempesta di massi rocciosi che è molto simile allo spargimento di schegge che si origina in occasione dello scoppio di una granata.



Lo sciame di rocce provocato dall’impatto tra il velivolo Nasa e l’asteroide Dimorphos

Le rocce che vagano nello spazio, lasciate dall’impatto tra il velivolo della Nasa e l’asteroide Dimorphos, sono stati avvistati dal telescopio Hubble e come riporta il Daily Telegraph, hanno dimensioni variabili da tre piedi a 22 piedi di diametro e si stanno allontanando dall’asteroide a poco più di mezzo miglio all’ora, all’incirca alla velocità di una tartaruga gigante. Il professore ed astonomo britannico David Jewitt ha confermato al quotidiano che “data l’alta velocità di un tipico impatto, un masso di 15 piedi che colpisce la Terra fornirebbe tanta energia quanto la bomba atomica che fu sganciata su Hiroshima, in Giappone, durante la seconda guerra mondiale“.



Secondo gli astronomi, questi oggetti non sono pezzi dell’asteroide staccati a causa dell’impatto, ma massi che si trovavano comunque in orbita ma che sono stati spazzati via e deviati dopo l’impatto devastante. Anche se le fotografie scattate dal velivolo poco prima dello schianto farebbero pensare a rocce già presenti sulla superficie dell’asteroide in quanto molto simili come forme e dimensioni.