La Nasa ha annunciato che il suo rover Perseverance, che sta esplorando Marte da oltre un anno, ha trovato sulla superficie del pianeta rosso delle “possibili segni di vita”. In particolare, come riportato da Leggo, si tratta di rocce con “molecole organiche” situate nel cratere Jezero, che comprendono una varietà di composti: nella maggior parte dei casi carbonio, idrogeno e ossigeno, ma anche azoto, fosforo e zolfo. La possibilità che siano delle “molecole biologiche” c’è, ma non è detto che sia sicuramente così.
I responsabili della missione Mars 2020, in una conferenza stampa svoltasi online, hanno voluto precisare che i segnali in questione sono riconducibili “a una sostanza o a una struttura che potrebbe testimoniare l’esistenza di una vita passata sul pianeta rosso” ma che potrebbero anche “essere state prodotte senza che ci fosse vita”. Gli esperti del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa hanno infatti chiarito che molecole di questo tipo possono essere prodotte anche da processi chimici che non implicano la presenza di vita.
Nasa registra “possibili segni di vita” su Marte: cosa significa
La Nasa ha dunque registrato, attraverso il suo rover Perseverance, “possibili segni di vita” su Marte, ma non è detto che essi siano effettivamente tali. Gli esperti continueranno a esplorare il pianeta rosso per capire se c’è effettivamente stata o meno vita sul pianeta rosso. Fino a questo momento, come ricostruito da Leggo, le rocce rinvenute che contengono molecole organiche sono quattro sulle dodici raccolte nel primo anno di attività nel cratere Jezero, che sembra avere dato i suoi frutti tanto che il team si è detto soddisfatto di averlo scelto per l’esplorazione.
Le rocce in questione, come annunciato anche dai responsabili della missione, sono destinate a essere portate a Terra in futuro attraverso la missione Mars Sample Return (Mrs), il cui lancio è previsto nel 2027. Affinché esse possano essere analizzate approfonditamente, tuttavia, bisognerà attendere almeno il 2033.