Pavlo Honcharuk è dal gennaio 2020 vescovo della diocesi di Kharkiv-Zaporizhia, un territorio in gran parte occupato dalle truppe russe, segnato dalla morte e dalle lacrime di migliaia di famiglie. “Dio si fa uomo per stare con noi”, ci dice mons. Honcharuk alla vigilia di questo Natale. “La Sua nascita è la sola risposta vera alla domanda sul senso della vita. Lui è sempre fedele all’uomo”. “La guerra è il risultato dell’aggressione di un gruppo di persone che hanno organizzato le loro vite senza Dio”. E chi è senza Dio “è come un buco nero nello spazio, che rimane insaziabile, distruttivo, perché solo Dio può saziare il cuore umano”.
La pace? “È una conseguenza della giustizia. Non ci resta altra scelta che difenderci”.
È il secondo Natale che trascorrete in tempo di guerra e circondati dalla guerra. Qual è la sofferenza più grande?
Le morti della nostra gente. I cimiteri che si riempiono di corpi di ragazzi e ragazze giovani. Le lacrime di orfani, vedove e genitori. La guerra è una grande ingiustizia.
Qual è lo stato d’animo del popolo, cristiano e ucraino?
È molto difficile descrivere lo stato d’animo… Immagini che suo figlio o qualcuno che lei ama molto sia nelle mani di un serial killer. Come si sentirebbe? E questa situazione va avanti da dieci anni, dal 2014, quando furono occupate la Crimea e parti delle regioni di Donetsk e Luhansk.
Molte famiglie sono state separate e distrutte dalla guerra. Cosa si sente di dire a chi è rimasto, a chi è solo?
Sono pieno di dolore per queste persone e sono sinceramente solidale con loro. Auguro loro che nel profondo dei loro cuori incontrino la Presenza di Dio, che è la vera consolazione per chi è addolorato e tradito.
Che cos’è la pace?
La pace è un diritto naturale di ogni persona e società; è una conseguenza della giustizia, che è la base perché le persone possano vivere la loro vita nell’amore. La guerra è un grande tradimento della vita, della giustizia e dell’amore.
Cosa pensa del tentativo di pacificazione portato avanti dalla Santa Sede attraverso la missione del card. Zuppi?
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”, dice il Vangelo (Mt 5,9).
A questo punto delle cose, Zelensky dovrebbe avviare negoziati di pace o continuare la guerra?
Il popolo dell’Ucraina, sotto la guida di Zelensky, sta combattendo per difendere la sovranità del nostro Paese e dei suoi cittadini. La Russia è l’aggressore e l’Ucraina è la vittima. Perché ci sia pace, la Russia deve ritirare le sue truppe dal territorio ucraino e smettere di uccidere i nostri cittadini, distruggere città, villaggi, fabbriche e bombardare il nostro Paese dal suo territorio. Il fatto è che il nemico ha un obiettivo completamente diverso e non ha bisogno di pace, ma della resa dell’Ucraina. Se accettassimo questo, sarebbe una sconfitta non solo per l’Ucraina, ma anche per la giustizia e il diritto internazionale. E cosa succederà dopo? I fatti parlano da soli. Tanti uomini, cittadini ucraini caduti sotto l’occupazione, sono stati mobilitati, vestiti con uniformi militari russe e mandati al fronte per combattere contro i loro concittadini. Coloro che non erano d’accordo sono stati fucilati. Comprendiamo chiaramente che se verremo sconfitti, il nostro popolo e il nostro Paese verranno distrutti, anche in modo “creativo”, e altri Paesi conquistati. Questa non è la prima volta nella storia ucraino-russa. Non ci resta altra scelta che difenderci.
Il Natale è Dio che si fa uomo. Come si può avere fede nella Sua Misericordia di fronte a tutto questo male?
Sì, Dio si fa uomo per stare con noi. Il fatto che Egli sia con noi è già merito della Sua Misericordia. E sperimentiamo la Sua presenza e la Sua misericordia, che ci danno la forza di difendere la nostra libertà e la nostra dignità umana.
Dio non ha chiesto una prova troppo grande al popolo di cui lei è pastore, al popolo ucraino?
Non è Dio che ci dà queste prove, ma le persone che le organizzano le une per le altre. Dio, rispettando la libera volontà dell’uomo, permette l’ingiustizia solo fino a un certo punto. La morte non è un “punto” ma una “virgola”. Dopo la morte del corpo, ognuno riceverà sulla base di ciò che ha scelto mentre viveva sulla terra. La guerra che la nostra nazione sta vivendo è il risultato dell’aggressione di un gruppo di persone che hanno organizzato le loro vite senza Dio e le Sue leggi. Una persona senza Dio porta in sé un abisso profondo e un vuoto attivo. È come un buco nero nello spazio, che, anche se fa a pezzi altri pianeti, rimane insaziabile, distruttivo, un “buco nero” appunto. Solo Dio può saziare il cuore umano.
Cosa significa oggi, in questa situazione, accogliere il Dio Bambino?
Dare il benvenuto a Colui che è sempre fedele all’uomo! Cioè rispondere alla domanda “perché Egli è nato?”. La Sua nascita è la risposta alla domanda sul senso della vita umana: “perché vivo?”. Perché è così importante? Perché senza una risposta vera a questa domanda, la domanda “chi sono io?” rimane senza risposta. E ancora, se non so chi sono io, allora non saprò neppure “come” vivere, come esistere.
Come ha cambiato questa guerra i rapporti tra cristiani, soprattutto tra cattolici e ortodossi in Ucraina?
Ci ha avvicinati.
Secondo lei l’Europa e il cosiddetto Occidente hanno fatto o stanno facendo abbastanza per l’Ucraina? Che cosa chiederebbe ai governi che sostengono Kiev?
Innanzitutto siamo grati alle persone e ai governi dei Paesi che sono venuti in nostro aiuto. Siamo riconoscenti a coloro che stanno facendo tutto il possibile sul piano politico per garantire che la giustizia e il diritto internazionale siano attuati da tutti gli Stati. Ma hanno fatto abbastanza? Mi sembra che a questa domanda dovrebbero rispondere coloro che ci stanno aiutando o che potrebbero farlo. Ciò di cui il nostro Paese ha bisogno è un sostegno il più ampio possibile alla sua autodifesa.
C’è un potere al quale possiamo affidarci senza essere traditi?
Solo Dio è fedele! La fedeltà umana, personale o collettiva, ha la sua fonte e il suo significato solo quando è radicata in Dio. Una persona è qualcuno di cui ci si può fidare quando il rapporto con Dio è il suo valore più grande. Il cuore segue ciò che considera il suo valore. Quanto è importante avere un valore vero, duraturo!
(Federico Ferraù)
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