Nessun Natale a Betlemme. Non ci sarà un albero di Natale scintillante di luci così come non ci sarà alcun presepe di fronte alla Basilica della Natività. Neppure le luminarie allieteranno gli animi di chi attraversa la città dove nacque Gesù, secondo la Bibbia. Il Comune ha spiegato infatti al quotidiano britannico Daily Telegraph che gli addobbi quest’anno non verranno istallati “in onore dei martiri e in solidarietà con la nostra gente a Gaza” dove la guerra ha già ucciso più di undicimila persone. In programma solo la parte religiosa delle feste, come la tradizionale messa della vigilia.
Le autorità palestinesi hanno voluto lanciare dunque un messaggio di solidarietà a tutto il popolo di Gaza: “Le persone sono tristi, arrabbiate e sconvolte. La nostra gente a Gaza viene massacrata e uccisa a sangue freddo. Non è affatto appropriato organizzare festeggiamenti durante un massacro a Gaza e gli attacchi in Cisgiordania”, aggiungendo poi: “Quest’anno la situazione a Betlemme non ha precedenti e l’atmosfera e le vibrazioni sono estremamente tristi. Il mondo deve rendersi conto che queste non sono circostanze normali. Betlemme deve inviare il proprio messaggio di cordoglio e lutto”.
Natale a Betlemme “cancellato”: azzerato anche il turismo
Natale cancellato e non solamente. Anche il turismo è scomparso dalla Palestina, così come da Israele. EasyJet, così come almeno altre cinque compagnie aeree, ha cancellato tutti i voli per Tel Aviv in partenza prima del 22 ottobre, mentre Virgin Atlantic Holidays ha permesso ai turisti di prenotare nuovamente per date successive o di ottenere un rimborso se viaggiavano prima del 18 ottobre. Essa abu Dawoud, guida di Betlemme, ha raccontato che “gli affari sono fermi da quando è iniziata la guerra, le strade sono state chiuse e non arriva più nessuno”, riporta Quotidiano Nazionale.
“Per vivere ci affidiamo al turismo. Abbiamo avuto la crisi del Covid, ci stavamo riprendendo, aspettando che i turisti tornassero”, ha raccontato Khader Hussein, venditore di souvenir. “Ora il settore turistico è morto”, ha aggiunto. Disperazione anche da parte di Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terrasanta e in passato responsabile della basilica della Natività: “Si discute sulla durata di brevi tregue umanitarie, due, tre, quattro ore, mentre sappiamo che ogni dieci minuti muore un bambino. Sappiamo di calcoli, numeri, strategie, statistiche da una parte, sofferenze, dolori, distruzione, tristezza infinita dall`altra, ma al centro non vediamo la salvezza e la tutela della vita che è sacra come ripete sempre Papa Francesco”.