Un Natale con il Green pass, domestico o comunque in destinazioni di prossimità, e all’insegna di tutte le misure di sicurezza antiCovid. Si partirà verso distanze “accorciate”, verso la montagna più vicina, verso tranquillità e relax. “Non possiamo dire comunque che si sarà spensierati: il giro di affari complessivo infatti è in calo del 19,6%”.



È la previsione di Bernabò Bocca, Presidente Federalberghi, sulla base dell’indagine sul movimento turistico degli italiani per le prossime festività realizzata da ACS Marketing Solutions (effettuata nel periodo compreso tra il 2 e il 7 dicembre intervistando un campione di 3001 italiani). “Il Natale è principalmente l’occasione per ricongiungersi con i propri cari – dice Bocca -.



Non stupisce, quindi, che la maggior parte dei viaggiatori punterà alla casa di parenti o amici. Si registra un incremento per il Natale. mentre si scende per le vacanze di fine d’anno: bisogna considerare che la motivazione di coloro che non si muoveranno è drammaticamente legata alle difficili condizioni economiche, ma anche all’esigenza di tenersi lontani da situazioni a rischio come feste o cenoni. Saranno pochi coloro che decideranno di partire per l’estero. ma continua anche a mancare il turismo straniero, con conseguente grave penalità soprattutto per le nostre città d’arte”.



Si tratta di previsioni ben poco esaltanti, anche se abbondantemente… previste. “In effetti – conclude Bocca – non sarebbe stato possibile aspettarsi un andamento esaltante in questa vacanza natalizia. Resta il fatto che per il settore è drammatico veder perdere altri punti proprio in riferimento alla stagione solitamente tra le più performanti. Risulta sempre più evidente che per risollevare il comparto c’è necessità di sostegni poderosi che rendano sostenibile una vera ripresa”. Soprattutto alla luce delle nuove restrizioni sui viaggi (tamponi anche per i turisti vaccinati in arrivo in Italia, quarantena per gli altri) previste dall’ultima ordinanza del ministero alla Salute (“una mazzata”, secondo Astoi-Confindustria Viaggi; un “flagello”, secondo Fto-Confcommercio) che, se non altro a livello piscologico, minacciano di azzerare ancor più l’incoming dall’estero.

Natale. L’indagine ACS indica in 10 milioni 454 mila gli italiani che si muoveranno per le vacanze di Natale. Il 94,6% resterà in Italia contro un 5,4% che sceglierà l’estero. Tra chi rimarrà all’interno dei confini nazionali, il 68,9% non uscirà dalla regione di residenza. La classifica delle destinazioni italiane preferite vede in testa la montagna (25,9% dei casi), seguita dalle città diverse da quella di residenza (25,4%), dalle città d’arte (20,0%) e dal mare (14,0%). A Natale gli italiani in vacanza dormiranno in media 6,9 notti fuori casa per una spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) di 804 euro (724 per chi rimarrà in Italia e 1.990 per chi andrà all’estero). Il giro d’affari sarà di circa 8,4 miliardi di euro.

Capodanno. Saranno 4 milioni 381 mila gli italiani che partiranno per Capodanno. L’Italia sarà la meta preferita: resta nel Bel Paese il 97,0% degli italiani (di cui il 73,8% rimarrà all’interno della propria regione di residenza), mentre il 3,0% opterà per l’estero. Coloro che resteranno in Italia sceglieranno soprattutto città diverse dalla propria (44,1%), località di montagna (23,1%) e località d’arte (17,4%). Chi va all’estero si dirigerà soprattutto verso le grandi capitali europee (83,3%) e i parchi divertimento europei (16,7%). Si passeranno in media 3,6 notti fuori casa. La spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) sarà di 477 euro (462 per chi rimarrà in Italia e 938 per chi andrà all’estero), con un conseguente giro d’affari di circa 2 miliardi e 90 milioni di euro.

C’è chi dice no. I motivi principali che inducono il resto della popolazione italiana a non effettuare nemmeno un pernottamento fuori casa a Natale e/o Capodanno sono legati essenzialmente ai motivi economici (48,0%). Seguono i motivi familiari (34,3%) e i motivi di salute (15,8%). Ma la pandemia continua a condizionare le scelte: il 12,6% dichiara che non andrà in vacanza per paura del possibile contagio.

Il bilancio 2021. Mancano ancora quindici giorni alla fine dell’anno, ma è già possibile tirare le somme del 2021. Nonostante i segnali positivi della seconda parte dell’estate, il segno meno continua a prevalere. L’osservatorio Federalberghi ha rilevato, nei primi undici mesi di quest’anno, un calo del 34,8% delle presenze turistiche rispetto al corrispondente periodo del 2019 (meno 52,8% per i turisti stranieri del 52,8% e meno 16% per i turisti italiani). In valori assoluti, significa che sono andate in fumo 146 milioni di presenze, di cui circa 113 milioni relative ai turisti stranieri.

Le destinazioni che soffrono maggiormente sono quelle “orfane” dei turisti stranieri. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, nel periodo che va da gennaio ad agosto la spesa dei turisti stranieri in Italia è crollata del 61,4%, da 30,7 a 11,9 miliardi di euro. Il tasso di occupazione camere registrato nei primi dieci mesi dell’anno da RES – STR è del 31,8% a Roma, del 34,4% a Venezia, del 34,5% a Firenze e del 35,4% a Milano. In tutte queste località, il calo rispetto al 2019 è superiore al 50%.

Ben che vada, il settore ricettivo italiano chiuderà il 2021 con una perdita di quasi 10 miliardi di euro, in calo di oltre il 36% rispetto al 2019. Nei due anni, la perdita complessiva è di circa 24 miliardi di euro.

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