Una fonte le aveva in sostanza vietata, un’altra fonte – questa volta con nome e cognome e con dichiarazione pubblica – le riammette: il cortocircuito generato tra Ue e Italia negli ultimi giorni sulle Messe di Natale viene definitivamente “risolto” dal portavoce della Commissione europea Stefan de Keersmaecker, contattato dall’Adnkronos dopo le anticipazioni uscite ieri sulle linee guida che domani la Commissione Ue varerà. Nel pacchetto di misure richieste da Bruxelles ai singoli Paesi – con effetto non vincolante, va ricordato – il portavoce Ue ribadisce «La Commissione europea non intende proibire alcuna funzione religiosa, né avrebbe la competenza per farlo». Per de Keersmaecker la libertà di culto «è prevista dalla Carta dei diritti fondamentali». Stamane era stata la Cei ad intervenire aprendo il Consiglio straordinario convocato ad hoc sul tema: «Se le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza, ciò non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme». La stessa chiesa italiana aveva però anche aggiunto come sui momenti di preghiera personali e comunitari l’utilizzo delle piattaforme digitali in “sostituzione” dovrebbero essere presi in considerazione per limitare la possibilità di contagi ulteriori in tempo di pandemia. Assieme alla Commissione, è autorevole anche il messaggio lanciato dal vicepresidente Margaritis Schinas dopo l’incontro della scorsa settimana con i leader religiosi europei: «La questione delle celebrazioni di Natale e, più in generale, la collaborazione tra le Chiese e lo Stato sulla sicurezza dei fedeli sono state discusse in uno spirito molto costruttivo. C’è generalmente un’ottima cooperazione con i leader religiosi su questa materia».



“NIENTE MESSE, MEGLIO IN TV”

Come già avevamo anticipato stamane riassumendo le anticipazioni sulle linee guida dell’Unione Europea sul prossimo Natale, l’indirizzo della Commissione è quella di vietare le Messe nel periodo dell’anno più importante (assieme alla Pasqua) per i cristiani: sono raccomandazioni e non regole ferree, ma di certo faranno discutere per l’imprinting di voler evitare assembramenti nonostante ormai da mesi siano in atto in tutte le chiese d’Europa protocolli regolari e certificati dai Governi stessi nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Viene dunque da riflettere sul perché la Commissione europea raccomanda la valutazione di «non permettere la celebrazione delle messe». In particolare, fanno sapere ancora da Bruxelles, si chiede di «considerare di evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative online, in tv, o alla radio». Nel frattempo l’indirizzo del Governo italiano è quello di confermare il divieto per la Messa di mezzanotte, con coprifuoco mantenuto alle ore 22, ma di contro non vi sarebbero divieti particolari alle celebrazioni negli altri orari consentiti.



IL PIANO UE SUL NATALE

Mercoledì prossimo la Commissione Europea renderà note le linee guida del piano Ue strutturato per i giorni di Natale: con una seconda ondata ancora in corso, seppur in flessione, Bruxelles tenta il “coordinamento” – almeno nelle raccomandazioni – invocato dal Governo italiano nei giorni scorsi sul tema “vacanze in montagna”. “Stay Safety Strategy”, si chiameranno così le linee guida anti-Covid per il Natale, oggi anticipate in larga parte dal quotidiano “La Repubblica”: vanno dalle indicazioni sulla scuola alle regole per i “cenoni”, dalle vacanze agli spostamenti, finanche a messe, celebrazioni e canti corali. Il piano Ue uscirà un giorno prima del nuovo Dpcm varato dal Governo Conte e con ogni probabilità saranno contenute quasi interamente nel pacchetto di misure in fase di costruzione in questi giorni a Palazzo Chigi: premettendo che saranno linee guida «non vincolanti», le indicazioni che l’Europa è pronta a trasmettere ai singoli Paesi hanno un tratto comune legato al concetto di “sobrietà”. Il Natale dovrà essere «diverso dal consueto», dato che le vacanze invernali sono un «rischio per i contagi e per l’eventuale terza ondata». E così la lunga lista di prescrizioni pronte ad essere comunicate dalla Commissione Ue prevedono 4 temi principali: cene e feste, scuola, sci e viaggi, messe e coprifuoco.



LE REGOLE UE IN 4 PUNTI

L’’Europa, così come già l’Italia nel prossimo Dpcm, intende consigliare-raccomandare qualsiasi misura che contenga o vieti gli eventi di massa: si comprendono dunque anche cene, veglioni e pranzi tipici del periodo di Natale. L’Ue chiede ai Governi di regolare gli incontri sociali fissando un numero massimo di invitati per ogni casa, in modo da garantire il distanziamento sociale. Si consiglia poi anche l’uso di mascherine sempre anche in casa mentre è caldamente consigliato di rispettare la “bolla” delle proprie amicizie, ovvero vedere sempre le stesse persone durante le vacanze per limitare contagi ulteriori. Sulla scuola, il piano Ue per il Natale va in controtendenza a quanto la Ministra Azzolina spinge da tempo: si raccomanda una fase “cuscinetto” tra feste e gennaio, allungando magari di una o due settimane le vacanze per evitare i contatti tra i banchi nei periodi in cui le famiglie vivranno momenti conviviali e dunque pericoli di contagi. Dad dunque ancora consigliata per tutto dicembre e forse anche gennaio, con possibilità di “slittare” la fine delle lezioni a fine giugno/inizio luglio. Per quanto riguarda le vacanze, i viaggi e lo sciare l’impianto dell’Europa è vicino alle richieste italiane: serve un coordinamento europeo, sconsigliando i viaggi turistici ma allo stesso tempo non considerano problematiche “eccessive” gli spostamenti via aereo o treno. Tradotto, no quarantena “punitiva” di troppi giorni per chi va all’estero: «al massimo di 7 giorni». Ultimo punto del piano anti-Covid di Natale riguarda il coprifuoco e le messe di Natale: la Ue sconsiglia «funzioni religiose di massa» e propone di supplire con «messe online e in tv». Laddove però si dovessero tenere aperte le chiese – come in Italia – allora si raccomanda distanziamento, ingressi contingentati e soprattutto divieto di cantare durante le celebrazioni.