“Natale in casa Cupiello” approda su Rai1 nell’attesa trasposizione della celebre opera teatrale di Eduardo De Filippo ed a firma del regista Edoardo De Angelis. Si tratta di un omaggio che giunge nel 120esimo anniversario della nascita del grande drammaturgo e che arriva in un Natale particolare per i telespettatori italiani. Si tratta di una storia che ha sempre commosso e che ora torna a farlo, in tv, grazie a Sergio Castellitto ma anche a divertire.



LA TRAMA ALA BASE DI “NATALE IN CASA CUPIELLO”

Alla base della storia ci sono le dinamiche tutt’altro che semplici e a dir poco conflittuali che si creano all’interno di una famiglia, alle porte del Natale, a causa dell’incapacità di comunicare. Siamo nella Napoli degli anni Cinquanta (l’opera di De Filippo è del 1931) e in vista del Santo Natale si rinnova in casa Cupiello la consueta tradizione: preparare il presepe. Un lavoro che come ogni anno spetta a Luca Cupiello che ha modo di tornare in quel “mondo perfetto” in cui tutto trova la giusta collocazione.



Nessuno però, in famiglia, sembra fare caso all’importanza che ciò rappresenta per don Luca. Il figlio Tommasino non sembra provare troppo interesse, così come la moglie Concetta. Ninuccia sembra avere altro per la testa dopo la decisione di lasciare il ricco marito Nicolino per Vittorio, l’uomo che ha sempre amato, scrivendogli una lettera per comunicarglielo. La missiva però, finisce nelle mani sbagliate e Nicolino scoprirà ben presto il tradimento. E’ la vigilia di Natale e la sbadataggine di Luca porterà ad un vero terremoto in famiglia. A salvare tutto, di fronte al padrone di casa morente, ci penserà ancora una volta il suo presepe.



NATALE IN CASA CUPIELLO DI EDUARDO DE FILIPPO SECONDO DE ANGELIS

Quella in onda su Raiuno sarà la versione di “Natale in Casa Cupiello” di Eduardo De Filippo secondo Edoardo De Angelis. Il regista ha però ammesso che si tratta di un vero e proprio approdo “naturale”, senza grandi stravolgimenti rispetto alla versione originale dell’opera che si svolge nell’arco di circa cinque giorni tra camera da letto e sala da pranzo. L’opera di De Filippo fu portata in scena il giorno di Natale del 1931 per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli e suddivisa in tre atti. L’intento è quindi di mantenere intatto il medesimo impianto teatrale del testo ma trasportato in una confezione più contemporanea e vicina ai nostri giorni. “Dopo un’attenta istruttoria filologica attraverso le edizioni dell’opera mutata nel corso dei decenni anche profondamente, abbiamo deciso di collocare il presente adattamento nel 1950”, ha dichiarato De Angelis. L’intento è quello di evidenziare il contesto emblematico, tra guerra e benessere, “un anno sospeso tra distruzione e ricostruzione, proprio come il 2020”. L’opera teatrale originaria è del 1931, ovvero circa un ventennio precedente a quella portata in tv. La trasposizione di De Angelis è stata definita “fedele e traditrice” al tempo stesso come spiegato dal medesimo regista.

E lo stesso, come riferisce Hotcorn.com, ha spiegato: “C’è un trasformazione linguistica nella trasposizione filmica. Questo comporta una serie di differenze legate al linguaggio. Ho cercato di carpire come le soluzioni teatrali potessero essere tradotte nell’audiovisivo”. Da qui la decisione di trasformare il fuori scena in un fuori campo. “Il film privilegia la dimensione carnale dei rapporti, fa uscire tutto ciò che in teatro viene mostrato in modo frontale. Così si possono sentire gli abbracci, i tagli dei cocci, la creazione del presepe”, ha aggiunto.