Pavlo Goncharuk è il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia. È il pastore cattolico più vicino al fronte russo-ucraino. “Abbiamo la speranza e la fede di poter proteggere e conservare la nostra dignità e la nostra libertà. Non c’è vera pace senza la vittoria della verità sulla menzogna”, sono le parole che affida al Sussidiario in occasione di questo terzo Natale di guerra. Non ha molto senso anticipare le sue considerazioni, che sono quelle di un uomo di fede di fronte al mistero del male. “La prima cosa che il Signore fa è rivelare la Verità. È molto importante che ognuno di noi accetti questa verità su se stesso e permetta al Signore di vincere la menzogna che è in noi”, confida. Il suo messaggio finale è “di partecipare alla vittoria di Dio, in modo da poter attraversare questa vita come esseri umani e non vergognarci”.
Monsignor Goncharuk, la sua diocesi è a poca distanza dai due fronti di Kharkiv e di Zaporizhzhia. Qual è la situazione?
La morte di innocenti e la distruzione sono dappertutto. L’unica cosa che distingue un giorno dall’altro sono il loro numero e la portata. Quando parliamo di distruzione, dobbiamo capire cosa c’è dietro queste parole: perdita di vite umane, morte e ferimento di parenti, perdita di case, proprietà, lavoro. Non si ha un posto dove vivere e non si ha nulla per cui vivere, non si sa dove andare, non si può pianificare nulla. La guerra porta solo morte, rovine, dolore, lacrime.
Le persone hanno ancora speranza?
Continuano a lottare per la vita. Abbiamo la speranza e la fede di poter proteggere e conservare la nostra dignità e la nostra libertà. Non c’è vera pace senza la vittoria della verità sulla menzogna, del bene sul male. Il nostro popolo non spera nella pace, ma lotta per essa.
Ha notizie provenienti dai territori occupati dai russi?
No. La Russia è una grande prigione totalitaria, dove si viene sbattuti in galera per aver usato la parola “guerra” per descrivere ciò che la Russia sta facendo in Ucraina. Chi vive in Paesi liberi non può nemmeno immaginare la portata del male e del pericolo. Quello è un Paese in cui vige il principio “o marci con noi o muori”.
In passato ci sono stati scambi di prigionieri, oggi ci sono gesti concreti di apertura?
Non userei la parola “apertura” in questo caso. Che tipo di apertura può esserci tra un maniaco e la sua vittima? L’Ucraina sta lottando per la restituzione dei prigionieri, e il regime di Putin sta usando questo solo per riavere i suoi cittadini e poi mandarli al fronte come carne da cannone in una guerra di aggressione.
Natale è Dio che si fa carne e viene in un Bambino. Forse è proprio questa la vera sfida all’inferno che è qui tra noi. Dove trovare i segni di questa Presenza, nonostante tutto?
Il Signore viene a chi Lo cerca. Dio vuole arrivare a tutti i cuori. È possibile perdere di vista il Signore nel clamore e nell’organizzazione della festa, proprio come fecero gli abitanti di Betlemme. Per questo è importante porsi delle domande: il Natale per me è una festa, un divertimento, un intrattenimento o un incontro con Dio? Aprite gli occhi del vostro cuore e vedrete che il Signore è davanti a voi da molto tempo. Invitatelo con parole che vengono dal profondo del vostro cuore: Signore Gesù, vieni a me! Vieni nel mio cuore! Vieni nella mia vita!
È il cuore di Cristo che cerca il nostro, perché “ci ha amati” – “Dilexit nos” – per primo. Cosa significa questo per lei, oggi, e per il suo popolo?
Il Signore è sempre con noi. Il nostro compito è fare tutto il possibile per stare con Lui. La Sua Santa Presenza è la Forza che ci dà la vita, è la forza di ogni persona che oggi si mette in gioco per proteggere l’esistenza e lo sviluppo del nostro popolo, dell’Ucraina. Oggi, con la nostra nazione che viene spogliata della propria vita, possiamo sperimentare questa forza divina, che va oltre i parametri della prematurità e della vanità. Il cuore di Cristo è un raggio dell’eterna gloria di Dio, che è stata la ragione della creazione dell’uomo.
Ma che cos’è in concreto, la gloria di Dio?
È una persona felice che porta con sé la Pace eterna e la gioia di vivere.
In ottobre scorso lei hai detto che “il Signore mostrerà la sua vittoria”. Che cosa significa?
Sì, il Signore mostrerà la sua vittoria, ma non nel modo che immaginiamo. Possiamo già vedere gli inizi di questa vittoria. La prima cosa che il Signore fa è rivelare la Verità. E noi abbiamo visto la verità su molte cose, su noi stessi e sugli altri… È molto importante che ognuno di noi accetti questa verità su se stesso e permetta al Signore di vincere la menzogna che è in noi. Quello che vediamo è la continuazione della scena con Pilato, che non aveva bisogno di verità e giustizia. Era guidato dalla paura e dal profitto. E Pilato ha perso. Oggi possiamo già vedere i raggi della vittoria di Dio. Ed essa è la verità su quelli che cercano di considerarsi Stati civili e democratici.
Lei cosa spera?
Cosa spero? Non spero, ma aspetto la completa Vittoria di Dio.
C’è un nazionalismo russo, supportato dalla leadership della Chiesa ortodossa, che vorrebbe cancellare l’Ucraina. Quale messaggio manderebbe ai suoi fratelli russi nella fede ortodossa?
Dio crea la vita, l’uomo. Il diavolo distrugge e uccide. Perciò ognuno risponda nel suo cuore a chi crede e a chi adora. Magari in modo diverso: di chi sono continuatore io, di Dio o di Satana? Non c’è altra posizione. Se qualcuno vuole dialogare con il diavolo, ha già perso. Ne sono un esempio Adamo ed Eva. Gesù Cristo ci mostra come rispondere alle domande del diavolo: cercare e fare ciò che dice Lui, il Signore. L’unica risposta giusta al diavolo e ai suoi ingannatori è l’obbedienza alla Parola di Dio. Ogni altra combinazione è perdente ed è avvelenata dal veleno della paura e dell’orgoglio del diavolo. Perciò, qualsiasi trattativa o accordo che non sia basato sul rispetto di Dio e della vita e della dignità umana è solo il germe di una diffusione ancora maggiore del male.
Presto sarà in carica un nuovo presidente degli Stati Uniti e si continua a dire che il 2025 sarà l’anno dei negoziati. Sarà così?
Auguro al presidente degli Stati Uniti, così come agli altri leader degli Stati, innanzitutto il dono dello Spirito Santo, che è il timore di Dio. E nelle Sacre Scritture leggiamo che il timore di Dio è l’inizio della saggezza. La seconda cosa che vorrei che ricordasse è che un giorno si troverà davanti a Dio e dovrà rendere conto del suo operato. Voglio sottolinearlo: non davanti alla storia, che può essere riscritta, ma davanti a se stesso e a Dio. Pertanto, gli auguro di essere saggio con la saggezza di Dio.
Qual è il suo auspicio, e cosa teme di più?
Spero nell’aiuto e nella salvezza di Dio, che il Signore realizzerà attraverso coloro che gli apparterranno con il cuore, non con le parole. Di che cosa ho paura? Che si cominci a confidare nell’uomo e non in Dio.
Un’ultima domanda. C’è il rischio che la Russia non voglia la pace, ma che non la voglia nemmeno l’Ucraina?
Nella sua ultima conferenza stampa di ampio respiro, Putin ha detto che “hanno bisogno di movimento perché si annoiano”. Il regime di Putin si rafforza con la guerra, che è il loro senso e la loro forma di vita. Riuscite a immaginare quanto sia marcio il nucleo di queste persone, quando il Patriarca Kirill esprime grande gioia ed esultanza per lo sviluppo e l’uso del missile Oreshnik, e quanto si possa essere lontani da Dio e dall’umanità?
La sua risposta?
Dobbiamo pregare che il Signore scacci il diavolo da queste persone, affinché cessino di essere suoi strumenti. L’Ucraina non vuole la pace? Se qualcuno lo pensa, allora o gli è stato fatto il lavaggio del cervello dalla propaganda o ha il cuore avvelenato. Noi ucraini non vogliamo uccidere e non vogliamo la guerra. Ci stiamo difendendo. E vorremmo che gli altri se ne rendessero conto. Immaginate che dei maniaci assassini facciano irruzione nel vostro appartamento. In cucina trovate i corpi di vostro figlio di tre anni e di vostra moglie che sono stati violentati e decapitati. Nella seconda stanza c’è il corpo di vostra madre, che mostra segni di morte violenta. Nel corridoio giace il corpo smembrato di vostro fratello, che difendeva la casa con voi. E tu, con le tue due figlie di 5 e 7 anni, stai tenendo la linea nell’ultima stanza. E ora la domanda che vi ponete è: cosa vi aspettate dai vostri vicini e dalla polizia? Probabilmente protezione. Sapete invece cosa sentiamo dire? “Smettete di resistere”, o “Lasciate una parte dell’appartamento”, o anche “Siamo stanchi di questo rumore” e altri consigli assurdi motivati dall’indifferenza e dalla paura. Ma sapete qual è la verità? Quelli che sono entrati finiranno con noi e andranno dai vicini. E questa non è la cosa peggiore.
Quale sarebbe, secondo lei?
Costringeranno i vicini e i parenti a uccidersi a vicenda in cambio delle vite che verranno prese alla fine. Pertanto, vorrei concludere augurando a tutti noi di partecipare alla vittoria di Dio, in modo da poter attraversare questa vita come esseri umani e non vergognarci.
(Federico Ferraù)
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