Tutti gli anni, il 25 dicembre, la Chiesa festeggia il Natale, detto anche Natività del Signore. Questo è uno dei giorni più Solenni dell’anno, il momento in cui il Verbo di Dio si è manifestato all’umanità. La sua importanza è segnata dalla celebrazione di ben tre messe, ognuna delle quali rappresenta un significato diverso. Da liturgia: la prima, celebra “la nascita eterna del Verbo nel seno degli splendori del Padre”; la seconda, “l’apparizione temporale nell’umiltà della carne”; la terza “il ritorno finale all’ultimo giudizio”.
Il significato del Natale del Signore nella storia
Il termine Natale deriva dal latino “dies Natalis”, appunto il “giorno natalizio”, cioè il giorno della nascita del Signore. I Testi Sacri non definiscono da un punto di vista cronologico preciso la nascita di Gesù. La prima fonte è un documento Cronografo datato 354 d.C. e scritto da Filocalo, in cui viene identificato il 25 dicembre come giorno prestabilito. Nell’antichità, a Roma, il Natale corrispondeva con quella pagana del solstizio d’inverno, definito “Dies Natalis Solis Invicti”, cioè il giorno in cui nasceva il “Sole Invincibile”. In realtà questo culto aveva origini ancora più antiche, infatti già in Egitto la nascita del Sole veniva rappresentata come quella di un bambino partorito da una donna illibata.
Nella tradizione cristiana l’importanza del Natale prevede che sia festeggiato in più momenti, a partire già dalla sera precedente, quella della Vigilia, durante la quale viene celebrata la Santa Messa, in trepidante attesa, ogni anno, della nascita di Gesù Bambino. Il 25 dicembre tutti i fedeli si riuniscono in preghiera in tutto il mondo, per ricordare questo giorno così importante per la Chiesa, il momento in cui il Signore è sceso umilmente tra gli uomini e si è fatto simile a loro, portando il Verbo.
La nascita di Gesù è ricca di simboli, come il parto al freddo e al gelo nella grotta, con accanto solo il bue e l’asinello, proprio per ricordare agli uomini l’importanza di una vita umile, intrisa dei veri valori cristiani.
Le tradizioni italiane legate al Natale sono molto diverse a seconda del territorio, in generale però tutte le persone si riuniscono con i propri cari, scambiandosi doni e unendosi intorno alla tavola, in uno dei rari e preziosi momenti di pace e serenità. Le usanze più moderne infatti prevedono lo scambio di regali, il Calendario del’Avvento, musica e rappresentazioni in tema natalizio, l’addobbo dell’albero ma, soprattutto, tante preparazioni golose.
Cosa si mangia a Natale?
In Italia, ogni angolo del Paese ha le sue tradizioni culinarie. A Napoli, ad esempio, la sera della Vigilia di Natale è usanza preparare un’abbondante cena a base di pesce, con l’insalata di polpo, spaghetti alle vongole, frittura di pesce e orata all’acqua pazza.
Altrettanto abbondante anche il pranzo del 25, che questa volta sarà a base di carne, con prosciutto crudo e mozzarella di bufala, lasagna o cannelloni al forno, per poi finire con braciole e salsiccia e friarielli.
Immancabili infine i dolci, dal tradizionale panettone, ai deliziosi struffoli, mostacciuoli e roccocò.