PERCHÈ SI FESTEGGIA OGGI 7 GENNAIO 2025 IL NATALE DEI CRISTIANI ORTODOSSI
Si rinnova oggi 7 gennaio 2025 la celebrazione del Natale ortodosso, la Natività di Gesù Cristo per i cristiani ortodossi che differiscono in diversi elementi della propria fede rispetto alla Chiesa Cattolica romana, a cominciare dalle date stesse del calendario liturgico. Se infatti il mondo cattolico (e, per convenienza, l’intero calendario occidentale) celebra la venuta di Gesù a Betlemme ogni 25 dicembre, per gli ortodossi il Natale “cade” il giorno dopo l’Epifania cattolica: dagli ortodossi russi a quelli greci, passando per i copti dell’Alto Egitto e tutte le altre confessioni che riconoscono la tradizione ortodossa, ecco la celebrazione oggi 7 gennaio 2025 del Natale del Signore.
A differenza dalla Chiesa ortodossa dell’Ucraina che per motivi politici (e bellici) ha cambiato la data del Natale uniformandosi a quello cattolico del 25 dicembre, il mondo cristiano ortodosso si accosta a celebrare nell’intera giornata di oggi la Natività di Gesù. La tradizione storica di questa differenza affonda le radici addirittura nel 1582 quando Papa Gregorio XIII introdusse il nuovo calendario (divenuto per l’appunto “gregoriano”) al posto di quello precedente “giuliano” (legato alla Roma di Giulio Cesare, ndr): in quell’occasione, i giorni tra il 5 e il 14 ottobre 1582 per far tornare i conti del nuovo calendario, furono “cancellati”. I cristiani ortodossi di Oriente decisero invece di mantenere il calcolo precedente e così il 25 dicembre cattolico viene “sostituito” dal 7 gennaio per il Natale ortodosso. Non è dunque un motivo di “differenza” teologica, né di motivi scismatici simil-protestanti: è solo una conseguenza di calcolo per il calendario dato che la maggior parte delle chiese ortodosse cristiane sono rimaste con il calendario giuliano, tranne alcune comunità come le Chiese ortodosse della Grecia che infatti celebrano il loro Natale assieme a quello cattolico. In poche parole, per gli ortodossi il Natale si celebra sempre il 25 dicembre, solo che per loro quella data “coincide” con quella occidentale del 7 gennaio.
NATALE ORTODOSSO E GIUBILEO CATTOLICO, IL RICHIAMO ALL’UNITÀ DI PAPA FRANCESCO
Dalla Chiesa ortodossa russa che segue il Patriarcato di Mosca (del controverso e contestato Kirill, “braccio destro” del Cremlino di Vladimir Putin) al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, passando per le Comunità ortodosse balcaniche (Serbia, Macedonia, Bielorussia) fino alle Chiese del Nord-Africa e del Centro-Africa: oggi si celebra il Natale ortodosso, con riti e tradizioni che di discostano da quelle cattoliche ma che restano comunque tutte fedeli all’unico Dio, all’unica Trinità e agli unici Vangeli che testimoniano la venuta di Gesù nel mondo.
Al netto delle differenze che permangono, nel corso dei secoli alcune “distanze” hanno causato non poche discussioni e non pochi problemi tra la Chiesa Cattolica e le Chiese ortodosse: su tutte purtroppo la situazione della guerra in Ucraina ha visto la spaccatura interna della Chiesa ortodossa russa e quella di Kiev. Anche per questo motivo, dopo l’invasione delle forze di Mosca nel Donbass il 24 febbraio 2022, l’impegno di Papa Francesco e dei vari patriarchi ortodossi è stata il ribadire continuo dell’unità dei cristiani come valore più alto delle (pur importanti) differenze geo-politiche e culturali.
Alcune differenze sono dunque “giovani”, altre sono “millenarie” ma è pur sempre unità quella che la Chiesa di Cristo ricerca fin dalla venuta nel mondo con il Natale del Signore: nella celebrazione congiunta dell’imminente 1700° anniversario del primo concilio ecumenico di Nicea, Papa Francesco ha scritto un messaggio lo scorso 30 novembre 2024 consegnato al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. «A testimonianza crescente della comunione che già esiste tra tutti coloro che sono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»: così il Santo Padre richiama all’unità completa di tutte le Chiese cristiane, che siano cattoliche o ortodosse. Occorre superare la divisione con dialogo ecumenico e con la centralità del fatto che l’unità tra i cristiani è “fondata” dalla salvezza già donata di Gesù Cristo fino alla fine dei tempi: «Cattolici e ortodossi non devono mai cessare di pregare e lavorare insieme per predisporsi ad accettare il dono divino dell’unità», sottolinea ancora Papa Francesco nel messaggio ai cristiani d’oriente. In vista del Natale ortodosso, nell’Angelus di ieri per la solennità dell’Epifania è ancora il Santo Padre a rivolgere gli auguri ai fratelli d’Oriente: «Gesù principe della Pace porti a tutti pace e serenità davanti ai troppi conflitti».