Natalia Burlinova, la ricercatrice russa e presidentessa dell’organizzazione non governativa Picreadi, è accusata dagli Stati Uniti di essere una spia che collabora con i servizi segreti del FSB per reclutare giovani occidentali e convincerli a fare opera di propaganda per il Cremlino. In un’intervista esclusiva rilasciata al quotidiano Repubblica smentisce le incriminazioni e soprattutto chiarisce quale sarebbe stato il ruolo delle relazioni avute con l’Italia, in particolare dei rapporti con il parlamentare della Lega Marco Zanni avvenuti a Bruxelles che sono finiti sotto inchiesta nelle indagini dell’Fbi.



Burlinova ci tiene a precisare di essere soltanto una giornalista e un’accademica, mentre invece negli Stati Uniti è stata dichiarata come “Agente straniero” operante senza registrazione, e spiega “Non mi aspettavo di essere etichettata come agente del governo russo e non sapevo di dovermi registrare, rappresento solo me stessa e guido una Ong“. E prosegue dichiarando che “L’organizzazione non governativa Picreadi è nata nel 2010, quando studiavo per il dottorato, mi interessava la diplomazia pubblica“.



Natalia Burlinova, i rapporti con l’Italia “Solo per l’Ong, non conosco personalmente Zanni”

Sugli incontri avvenuti con esponenti politici italiani, Natalia Burlinova dice a Repubblica che queste relazioni hanno avuto il solo scopo di reperire fondi per la sua Ong, e spiega in particolare la funzione dell’incontro con il leghista Marco Zanni, avvenuto a Bruxelles “Non lo conosco personalmente, era un incontro organizzato da alcuni attivisti russi, una cosa normale al parlamento europeo“, quindi una semplice “discussione aperta” alla quale il politico avrebbe partecipato con un intervento.



Dopo quell episodio, prosegue la ricercatrice “Non ho mai incontrato altri politici italiani” e afferma “Sono stata molte volte in Italia, ma non più dopo la conferenza all’Ispi di Milano nel 2019, anche se sarebbe stato bello continuare il dialogo“. In merito al processo a suo carico, per le accuse di spionaggio negli Stati Uniti, Burlinova dichiara di non avere i mezzi economici per permettersi un avvocato e anche di non poter uscire dalla Russia perche altrimenti verrebbe arrestata. L’unica opzione, dice “sarebbe quella di andare all’ambasciata e dichiararmi colpevole“, ma conclude “Non affronterò il processo perchè non sono colpevole, è una situazione senza uscita“.