Nathaly Caldonazzo ha ricordato Massimo Troisi, che il prossimo 19 febbraio avrebbe compiuto 70 anni. I due hanno avuto una relazione proprio negli anni antecedenti alla sua prematura morte. L’attore aveva rincorso a lungo l’allora ventiquattrenne, molto più piccola di lui. “Era primavera. Io venivo da un set fotografico: ero tutta truccata, carina. E affamata. Entro in un ristorante e lui era seduto a un tavolo con altre due persone. Da qual momento non mi ha tolto gli occhi da dosso. Vista l’insistenza, quando sono uscita dal locale gli faccio: “Ciao”. E lui: “Ciao”, risponde imbarazzato”, così ha raccontato al Corriere della Sera il loro primo incontro.



Lei sapeva chi fosse, ma non era allietata dalla sua presenza. Inoltre, ai tempi, era fidanzata, seppure stesse vivendo un periodo burrascoso. “Massimo ha chiesto il mio nome al proprietario del ristorante che però gli diede solo il cognome: Caldonazzo. Così mi cercò sull’annuario degli attori, ma non mi trovò; io ero registrata Snell (quello di sua madre, ndr). Il destino ha fatto il resto: il suo migliore amico dell’epoca, Massimo Bonetti, si fidanzò con la parrucchiera di mia sorella”. Fu proprio quest’ultima a far sì che si scambiassero i numeri.



Nathaly Caldonazzo su Massimo Troisi: “Era geloso e vendicativo”. La storia d’amore

Prima un caffè, poi una cena e infine una vacanza ad Olbia. Col passare del tempo, tra Nathaly Caldonazzo Massimo Troisi nacque una storia d’amore. Inizialmente qualcosa di segreto, poi i riflettori puntati addosso. “Novella 2000 ci aveva paparazzati al mare: presi una sberla dal mio fidanzato e urla da mia madre. Intanto ci eravamo innamorati e siamo stati insieme negli ultimi due anni della sua vita”. Tanti bei momenti, ma anche qualche momento no.

“Litigavamo soprattutto per gelosia: sia sua che mia. Era molto vendicativo nella relazione. Te la faceva pagare sempre. Ricordo una sera in Sardegna c’era una tavolata con una trentina di persone. Il figlio del proprietario della villa si era rotto un braccio e non riusciva a mangiare, così lo imboccai. Non l’avessi mai fatto”, ha ricordato col sorriso. “Durante la convivenza ci divertivamo. A me piace cucinare e passavo molto tempo a imparare i piatti che gli piacevano di più: gateau, salsiccie e friarielli, pasta con le polpettine e la ricotta. E che gioia quando arrivavano le mozzarelle da Napoli”.