Il film Nativity è uscito nelle sale il primo dicembre del 2006 e poi se ne son perse le tracce. Lo trovate a noleggio (pochi denari) su Prime Video.
La regista Catherine Hardwicke (Thirteen – 13 anni e Twilight) e lo sceneggiatore Mike Rich (Scoprendo Forrester) non essendo cristiani cattolici si sono immersi nei Vangeli degli apostoli Luca e Matteo riportando alla lettera le parole scritte.
Il film parte in maniera particolare, Erode (Ciaran Hinds) ordina al suo comandante la strage degli Innocenti e poi afferma rabbuiato: Un bambino per il più umile degli uomini e per il più grande dei re!
Poi si torna a un anno prima.
La giovinetta Maria (Keisha Castle-Hughes) vive con il padre e la madre, gioca e scherza con le sue amiche, semina i campi, vende i formaggi del papà, ascolta la catechesi sulla venuta del Messia insieme ai bambini. Una vita normale in una famiglia con le leggi e le tradizioni ebraiche del tempo.
L’Arcangelo Gabriele le annuncia la scelta di Dio. E con il suo Sì tutto ha inizio. Penso che conosciate il Vangelo della natività di Gesù, perciò non continuo a riassumere la trama del film.
Evidenzio alcune cose che mi son venute in mente.
La perplessità di Maria per l’imposizione della famiglia di sposare Giuseppe (Oscar Isaac); l’arrabbiatura di lui quando Maria torna in palese stato di gravidanza dopo la visita a Elisabetta.
Maria che chiede a Giuseppe, Tu hai paura? Io sì, con lui che le risponde, Anch’io, ma sarò in grado di insegnargli qualcosa?
Il lungo cammino da Nazareth a Betlemme, la caduta di Maria in acqua attraversando il fiume; lei che pulisce e massaggia i piedi doloranti a Giuseppe.
L’arrivo a Betlemme, le doglie di Maria e l’alloggio che non si trova.
Tutte situazioni umane che capitano anche nella nostra vita.
Maria e Giuseppe con i loro caratteri e desideri, titubanze, timori, arrabbiature. Umani come me, come noi e non immaginette o santini. Dio li ha scelti attraversando il loro essere in carne e ossa, senza sottrarre nessuna esperienza umana. E ha dato loro e a noi suo Figlio Gesù, un bambino, che piangeva, rideva, mangiava.
Sta qui per noi e per tutti il punto: un essere umano.
Forse per questo lo sceneggiatore del film ha messo all’inizio la strage degli Innocenti e la frase di Erode, anche lui lo riconosceva come uomo, ma ne aveva paura, mentre quando i Re Magi arrivano alla grotta, Melchiorre con stupore afferma: Il più grande dei re nato nel più umile dei luoghi. Dio che si è fatto carne.
Buon Natale!
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