Sembra che la tensione tra Russia e Nato sia sempre più alta, con nuovi movimenti militari lungo i confini all’Alleanza che hanno l’aria di essere la concretizzazione di quei piani di difesa atlantica di cui si discute ormai dal 2022. Una situazione che si è creata, sicuramente, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e che poi è progressivamente peggiorata nel corso dei due anni di conflitto, fino alle recenti posizioni di alcuni leader europei sull’invio di truppe a sostegno di Kiev.
D’altronde non bisogna dimenticare che all’origine della stessa guerra in Ucraina c’è quella tensione tra Nato e Russia che non si è mai veramente risolta dalla fine della Guerra Fredda. Così, l’illusione della pace comincia a sgretolarsi pezzo dopo pezzo, con i militari che si riallacciano gli anfibi, imbracciano i fucili e attendono sul campo, in attesa di una battaglia che ormai sembra essere a portata di mano. La resa dei conti, tra Nato, Russia, Occidente e Oriente. Il Cremlino, dal conto suo, ha intensificato gli attacchi in Ucraina, utilizzando negli ultimi 7 giorni (secondo fonti governative ucraine) “700 bombe, 190 missili di vario tipo e 140 droni”, oltre ai missili ipersonici che bucano senza troppe difficoltà le difese (americane) a Kiev.
Nato dispone 100mila soldati al confine con la Russia: venti di guerra in Europa
Difficile, in questo clima, immaginare che il movimento di truppe Nato ai confini con la Russia non sia solo l’ennesimo tassello di questo puzzle che, presto o tardi, assumerà la forma della Terza guerra mondiale. “Abbiamo rafforzato in modo significativo la nostra posizione sul fianco orientale”, fanno sapere fonti dell’Alleanza, “anche con jet alleati per proteggere i cieli polacchi”.
Proprio in Polonia, uno dei confini con la Russia più caldi, la Nato ha intensificato la sua presenza di truppe, che secondo il vide delle forze armate sono “migliaia”. Fonti parlano di 100mila soldati allo stato attuale, rispetto ai 40mila di appena un paio di mesi fa, mentre si continua a perseguire l’obiettivo di disporne almeno 300mila, tutti parte del nucleo di reazione rapida dell’Alleanza, che si uniscono ai soldati già presenti in Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania. Prima dell’attesa risposta da parte della Russia, per calmare gli animi sul movimento di truppe Nato, è intervenuta l’amministrazione Biden, che ha nuovamente negato l’intenzione di inviare militari in Ucraina.