La NATO sembra intenzionata a stringere sempre di più il cappio attorno alla Russia e al suo leader (o forse ormai zar) Vladimir Putin. Emerge da un’indiscrezione pubblicata sulle pagine del New York Times e ribattuta da Repubblica, che è riuscito a mettere le mani sulla nuova posizione strategica dell’Alleanza Atlantica in vista del vertice che si terrà a luglio a Vilnius, fine proprio a definire la nuova linea d’azione contro Mosca.
Già da tempo, inoltre, è noto che la NATO ha intenzione di chiedere ai paesi che ne fanno parte di aumentare gli investimenti nella difesa militare a minimo il 2% del Pil, ambendo piuttosto al 2,5 o anche al 3.
I nuovi piani della NATO contro la Russia
Insomma, oltre all’aumento delle spese per la difesa militare, la NATO sembra essere intenzionata a stringersi maggiormente attorno ai confini della Russia, mobilitando i soldati affinché siano pronti ad agire davanti a qualsiasi possibile minaccia. L’obiettivo è non solo quello di scoraggiare una eventuale futura mobilitazione militare dello zar, come è stato fino a questo momento dallo scoppio della guerra in Ucraina, ma anche concretamente interromperla, se necessario con l’uso dell’esercito e delle armi.
Il nuovo comandante della NATO, Christopher Cavoli, contro la Russia ha anche intenzione di coordinare l’azione dell’Alleanza a quella dei partner europei. Di fatto, così facendo, tutti i paesi sapranno chiaramente, in anticipo, che tipo di assistenza riceveranno da parte dell’Alleanza in caso di invasione russa, o di contro che tipo di armamenti dovranno fornire. Inoltre, l’Alleanza potrà anche costringere (con il parere positivo di tutti i Paesi) chi è restio a fornire comunque quanto richiesto, anche se non sono chiare le eventuali ritorsioni.
I soldati al confine della Russia
Ma l’azione più profonda della NATO per contenere la Russia è una nuova mobilitazione di soldati al confine, similmente a quanto fatto già nel 2014 dopo l’invasione russa della Crimea.
Ulteriori battaglioni saranno disposti nei paesi Baltici e in Polonia, mentre nuovi soldati saranno inviati anche in Bulgaria, Slovacchia e Ungheria. Ad ora sono disposti circa 10mila soldati che verranno raddoppiati, ma l’obiettivo finale sarebbe quello di passare dalle brigate ai battaglioni, disponendo dai 4 ai 5mila soldati a paese. Saranno anche posizionate nuove navi e difese aeree, oltre ovviamente agli aerei da guerra, mentre il Quartiere generale della NATO sarà trasformato in un vero e proprio comando per l’eventuale combattimento contro la Russia.