Nato, articolo 5: cosa dice

Dopo la caduta dei missili russi sulla Polonia, è alta l’allerta della Nato. Si torna a parlare infatti di clausola di difesa collettiva dei Paesi membri. Cosa succede in caso di attacco ad una delle Nazioni appartenenti all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord? Il Trattato istitutivo dell’Alleanza recita: “Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutte le parti”.



In caso di attacco rivolto a uno Stato Nato, è legittimata qualsiasi azione considerata necessaria, “ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”. Con lo scoppio della guerra in Ucraina e soprattutto dopo i fatto odierni, all’interno della Nato si è tornati a parlare della clausola di difesa collettiva della quale si parla nell’articolo 5 del Trattato istitutivo dell’Alleanza.



Nato, cosa succede se si attacca un Paese membro

Nell’articolo 5 della Nato si parla della norma per cui “le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutte le parti”. Dunque con la caduta dei missili russi all’interno della Polonia, è alta l’allerta all’interno dell’Alleanza. Nella norma si legge inoltre che un attacco rivolto a uno Stato Nato legittima qualsiasi azione, compreso l’utilizzo della forza armata, che servirebbe “per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”.



Nel mesi scorsi già si era parlato della possibilità di ricorrere all’articolo 5 anche per gli attacchi cosiddetti “ibridi”. In questo caso parliamo di manovre messe in campo da un soggetto statale che decide di ricorrere a metodi non convenzionali che indeboliscono anche altri Stati, come l’attacco ai gasdotti Nordstream. Questo potrebbe avvenire anche usando la sua influenza attraverso attacchi cibernetici o colpendo infrastrutture strategiche.