Marco Carnelos, ex consigliere dei presidenti Prodi e Berlusconi ed ex ambasciatore in Iraq ed ex inviato speciale per la Siria, è intervenuto sulle colonne di “Dagospia” per esternare il suo punto di vista sulla guerra in Ucraina. In particolare, “l’allargamento a est della Nato è il peccato originale che ha alimentato una tensione crescente tra Russia e Occidente”, anche se “è una questione controversa e non così scontata come viene raccontata”. L’Occidente aveva peraltro promesso alla Russia di non allargare la Nato a est: “Verbalmente, ma ci sono anche alcuni documenti, prodotti da riunioni di alto livello, in cui si evidenzia come l’assunzione che c’era in quel momento storico fosse che la Nato non sarebbe andata oltre il confine della Germania, riunificata a ottobre 1990”.
Secondo Carnelos, nessuno può sapere se effettivamente la fine dell’Urss abbia segnato Putin psicologicamente, né se a muovere le sue azioni siano la voglia di rivincita e il bisogno di vendicare i torti che lui crede che la Russia abbia subìto: “Io non credo che Putin sia pazzo – ha asserito –. Le sue prese di posizione pubbliche mi sembrano coerenti, benché a tratti inaccettabili. Denotava problemi psichiatrici più seri Donald Trump, se vogliamo… Pensare che abbia perso il senno è un tipico atteggiamento occidentale: chi non la pensa in un determinato modo, o ha altre categorie mentali, viene marchiato”.
MARCO CARNELOS: “LA RUSSIA NON HA MAI CONOSCIUTO LA DEMOCRAZIA”
Nel prosieguo dell’intervista concessa a “Dagospia”, Marco Carnelos rivela quanto sia difficile comprendere dall’esterno l’autocrazia di Putin se non si considera che la Russia non ha praticamente mai conosciuto la democrazia e che la norma, nella cultura politica russa, è l’autoritarismo. Però “se guardiamo gli ultimi 20 anni, anche noi in Occidente abbiamo qualche problema con l’esercizio della forza e la gestione del dissenso. Basti pensare a come sono stati talvolta repressi i gilet gialli in Francia. La brutalità, spesso gratuita, della polizia americana, sovente in assetto anti-sommossa, è documentata dai migliaia di fatti di cronaca”.
Le radici della vicenda Ucraina, a detta di Carnelos, non si possono ridurre alle vicende iniziate il 24 febbraio 2022: “Bisogna tornare al 3 ottobre 1990, giorno della riunificazione della Germania, e provare a capire come si sono sviluppati gli eventi da allora. In Italia chi opera i distinguo, provando a capire la realtà, anche nelle sue pieghe meno rassicuranti, viene troppo sommariamente etichettato come putiniano. Negli anni Novanta ci sono state azioni e omissioni da parte dell’Occidente, affiancate da responsabilità anche russe beninteso, che hanno alimentato le incomprensioni. Se si fosse provato a intavolare un dialogo serio, non sarebbe mai scoppiato questo conflitto”.
MARCO CARNELOS: “LA RUSSIA AVEVA ESTERNATO IL PROPRIO MALCONTENTO…”
L’Occidente, ha aggiunto Marco Carnelos su “Dagospia”, si è ostinato a non capire che l’allargamento a est della Nato creava un problema alla Russia, nonostante Mosca avesse esternato il proprio malcontento. Quando? “Il 10 febbraio 2007, alla conferenza della sicurezza di Monaco, Putin tenne un discorso durissimo, mostrando chiaramente la sua insofferenza verso gli allargamenti a est della Nato, ma promettendo opposizione durissima agli allora ventilati ingressi di Ucraina e Georgia. Reiterò questa posizione al vertice NATO di Bucarest dell’aprile del 2008, dove potei constatare personalmente il suo livore”.
Quando nel 2013-2014 emerse la volontà di Kiev di entrare nell’Unione europea, la Russia pose più di un problema. Ad esempio, “l’Ucraina era legata alla Russia e al Kazakistan da un accordo doganale, che prevedeva libera circolazione delle merci. Se l’Ucraina fosse entrata nell’Ue, automaticamente dal confine ucraino sarebbero entrate merci nel mercato russo senza dazi né controlli, con un enorme danno economico per il Cremlino. E questo aspetto fu ignorato e furono minimizzate le riserve di Putin. Senza contare i mal di pancia a Mosca per la cacciata del presidente filorusso Yanukovich. Ci sono le registrazioni portate dai russi dell’Assistance Secretary of State americana, Victoria Nuland, ch,e davanti alle perplessità degli europei per la rivolta a Kiev, diceva: ‘Che si fottano gli europei'”.