Prove di guerra nucleare per la Nato. Accade ogni anno, stavolta l’esercitazione si svolge nell’alto Adriatico e nel Mar Tirreno, tra Sardegna e Sicilia. L’esercitazione “Steadfast Noon“, è iniziata la settimana scorsa. Fino a giovedì ben 60 aerei di 13 Stati membri si addestrano per essere pronti in caso di emergenza. Per il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, l’esercitazione inviare «un chiaro segnale che la Nato proteggerà e difenderà i suoi alleati». Stando a quanto riportato da Frankfurter Allgemeine Zeitung, che a tale esercitazione dedica un approfondimento, questa fa parte di una strategia in vigore solo da due anni. La Nato informa autonomamente sulle esercitazioni, mentre prima erano top secret. Quest’anno, per la prima volta, Faz e altri due giornali internazionali hanno potuto parlare con i responsabili dei dettagli. La retorica comunque resta prudente.



«Non ci stiamo esercitando su scenari contro la Russia», assicura Jessica Cox, direttore della pianificazione nucleare presso la sede politica della Nato. Poi ammette: «Stiamo cercando di esercitarci in modo realistico. Si può prendere in questo modo: nel copione della manovra, l’attacco è diretto contro un Paese fittizio. Ma le sfide affrontate dai piloti che attaccano sono modellate sulle reali capacità della Russia». Il colonnello David Bunch, responsabile delle operazioni nucleari presso il quartier generale militare della Nato per l’Europa, è più chiaro: «Stiamo prendendo le armi, stiamo testando le nostre procedure di comando e operative fino al livello di controllo politico. Gli scenari servono come stress test. Questo include guasti simulati, che poi devono essere sostituiti. Come in ogni esercitazione, c’è una squadra rossa e una squadra blu; la squadra rossa è l’avversario che cerca di respingere un attacco».



PROVE DI GUERRA NUCLEARE: COME FUNZIONA L’ESERCITAZIONE NATO IN ITALIA

C’è un motivo per il quale i cinque Stati membri che possono sganciare bombe nucleari americane con i loro aerei (Belgio, Germania, Paesi Bassi, Turchia e Italia) non si esercitano da soli in queste sorte di prove di guerra nucleare. «C’è un pacchetto completo in aria e a terra che supporterebbe una missione nucleare di questo tipo per garantire che l’aereo raggiunga il suo obiettivo e ritorni sano e salvo», spiega Cox. Quindi, gli altri alleati forniscono scorta con aerei da combattimento e velivoli in grado di ricognire, disturbare e distruggere le installazioni radar a terra. Questa alleanza, come riportato da Faz, si chiama sNOWCAt, acronimo di Support of Nuclear Operations with Conventional Air tactics. Secondo il colonnello Bunch, per un osservatore esterno, un’esercitazione con armi nucleari non sarebbe affatto diversa da una manovra convenzionale, quindi è la parola “nucleare” a far salire il livello di attenzione. Da un punto di vista pratico, i piloti si esercitano sull’intero ciclo operativo.



Iniziano prendendo le bombe nucleari (vengono usati manichini nell’esercitazione) da luoghi di sicurezza appositamente protetti, agganciandoli sotto le ali. Questi luoghi esistono in sei aeroporti militari in Europa, sempre sotto la custodia degli Stati Uniti. Nell’esercitazione in questione sono coinvolte le basi di Ghedi e Aviano, nel nord Italia. Gli aerei, dunque, effettuano manovre speciali per sganciare le bombe in modo da non essere colpiti a loro volta dall’onda di pressione. Quest’anno sono ancora usati caccia F-16, ma l’anno prossimo debutteranno i nuovi aerei F-35. Nel frattempo, si sta completando la modernizzazione delle bombe nucleari (prevista entro il 2025). Finora vengono usate bombe a caduta libera, in futuro saranno armi bunker-busting del tipo B61-12 guidate dalla navigazione satellitare. Ma la virata è stata decisa prima dell’invasione dell’Ucraina.

“RUSSIA? NON CI SONO CAMBIAMENTI DI SCHIERAMENTO CHE CI PREOCCUPANO PARTICOLARMENTE”

La Nato, nel frattempo, continua a tener d’occhio la Russia e tutte le «minacce e delle capacità nucleari», che tra l’altro negli ultimi anni sono aumentate. Ad esempio, vengono tenuti d’occhio i missili da crociera a capacità nucleare e il nuovo missile balistico intercontinentale “Sarmat”, ma anche l’annunciato trasferimento di armi nucleari tattiche alla Bielorussia. Per il momento, comunque, la Russia non desta particolare preoccupazione sul fronte di un’eventuale guerra nucleare. «Non abbiamo visto alcun cambiamento nel loro schieramento che ci preoccupi particolarmente, e certamente nulla che ci induca a cambiare il nostro schieramento», afferma Cox. Di sicuro, le circa 150 bombe nucleari tattiche presenti in Europa svolgono un ruolo importante nel sistema di deterrenza. Queste bombe hanno due vantaggi. In primis, il loro effetto esplosivo già basso può essere regolato in modo variabile, per cui possono essere usate anche come “mini-nukes”. Inoltre, un attacco con gli aerei può essere interrotto all’ultimo minuto, a differenza dei missili.

Cox replica anche a Gregory Weaver, ex alto funzionario del Dipartimento della Difesa Usa, secondo cui la posizione della Nato in caso di guerra nucleare è «troppo debole e non sufficientemente sopravvissuta» e manca della «flessibilità necessaria per affrontare gli scenari militari della Russia». Weaver sostiene lo sviluppo di un missile da crociera lanciato dal mare che potrebbe essere armato con armi nucleari, idea a cui Biden si è opposto per motivi di costo. Ma la posizione di Weaver ha destato particolare attenzione negli ambienti Nato. In ogni caso, Cox replica diplomaticamente: «La Nato sta facendo ciò che è necessario per garantire che il nostro deterrente rimanga credibile ed efficace».