“La NATO ha bisogno di migliorare i suoi piani di difesa per i Paesi Baltici, soprattutto perché la Russia si prepara a inviare armi nucleari nella vicina Bielorussia”. A dirlo, come riportato dal Financial Times, è stato nelle scorse ore Gabrielius Landsbergis, Ministro degli Esteri della Lituania. Il Paese il mese prossimo ospiterà il vertice dell’Organizzazione, che si occuperà anche delle continue minacce provenienti da Vladimir Putin.
Il presidente russo ha dichiarato durante il fine settimana che le armi nucleari sarebbero state trasferite in Bielorussia all’inizio di luglio e alcuni funzionari dei Paesi Baltici ritengono che ciò potrebbe avvenire proprio durante il vertice della NATO a Vilnius. “La Lituania deve essere rafforzata perché abbiamo un territorio vulnerabile, lo stesso vale per Estonia e Lettonia”, ha affermato ancora il Ministro. I tre Stati erano stati illegalmente annessi all’Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale e adesso temono per il loro futuro.
“NATO rafforzi piani di difesa per Paesi Baltici”. L’appello della Lituania
La chiamata di Gabrielius Landsbergis, Ministro degli Esteri della Lituania, alla NATO potrebbe dare i suoi frutti al più presto. L’Organizzazione infatti ha posizionato battaglioni multinazionali in ciascuno degli Stati Baltici e sta discutendo su come aumentare il numero di truppe ed equipaggiamenti sui diversi fronti, anche quello della Polonia. L’alleanza ha anche sviluppato nuovi piani su come affrontare un inasprimento delle tensioni fino a una guerra su vasta scala.
Il Ministro, tuttavia, ritiene che non siano state abbastanza le riflessioni sul momento attuale che il Paese sta vivendo. “La vera domanda è cosa si fa in tempo di pace. Che tipo di messaggio stiamo mandando a Vladimir Putin? Sfortunatamente, nessuno”, ha affermato. La Lituania teme di essere vulnerabile e non ha torto. Anche le previsioni dell’Estonia non sono favorevoli, anche se si sono compiuti dei passi in avanti. “I vecchi piani NATO avrebbero consentito alla Russia di invadere gli Stati baltici in 180 giorni, ciò significherebbe la completa distruzione dei Paesi e della nostra cultura. Saremmo cancellati dalle mappe. I nuovi piani devono contenere capacità reali”, ha affermato qualche mese fa il Premier Kaja Kallas.