Toni Capuozzo, inviato di guerra, è intervenuto ai microfoni del quotidiano “Il Dubbio”, nell’ambito di un’intervista pubblicata sull’edizione di oggi, venerdì 29 aprile 2022. In primis, il giornalista ha dichiarato che “oggi ci sono moltissimi in grado di confermare che, con o senza la no fly zone, l’internazionalizzazione di questo conflitto è una realtà. Di fatto la Nato si trova in guerra con la Russia, seppur per interposta persona. La fornitura delle armi e le stesse dichiarazioni politiche sull’importanza di vincere e di sconfiggere Putin ci dicono che siamo davanti ad un conflitto mondiale per ora virtuale”.
Il punto, per Capuozzo, è che “manca un negoziato vero, non c’è una figura al mondo, a parte l’autorità morale del Papa, che dica: ‘Sedetevi, parlatevi, deponete le armi’. Washington parla il linguaggio della guerra, il vertice Nato è stato un consiglio di guerra. Ci siamo inoltrati, passo dopo passo, dichiarazione dopo dichiarazione, scelta dopo scelta, in un conflitto in cui è lecito domandarsi dove andremo e come ci coinvolgerà ulteriormente. L’Italia è un Paese che invia armi, paga e pagherà le sanzioni almeno quanto il sanzionato. Nelle guerre è facile entrare, ma poi è molto difficile trovare una via d’uscita”.
TONI CAPUOZZO: “STRAGE DI BUCHA? CI SONO DEI PUNTI DI DOMANDA”
Su “Il Dubbio”, Toni Capuozzo ha asserito che la strage di Bucha è uno dei simboli dei primi due mesi di guerra, ma ci sono dei punti di domanda e c’è da augurarsi che gli investigatori facciano un buon lavoro. Il “Guardian” evidenzia che su molti dei corpi sono state trovate tracce di proiettili di artiglieria con cui gli ucraini, legittimamente, bombardavano Bucha occupata dai russi: “È difficile – ha detto Capuozzo – pensare che tutti quei morti siano stati uccisi a seguito di torture, a sangue freddo o per una specie di vendetta da parte degli invasori contro chi resisteva. Le domande che io ho posto non sui cadaveri ritrovati nelle fosse comuni, ma su quelli ritrovati per strada sono ancora senza risposta”.
Secondo Capuozzo, la guerra in Ucraina tocca anche l’Italia nel portafoglio per le ripercussioni sulla nostra economia: “Il nostro Paese si è schierato, stiamo mandando armi. Fino a che punto saremo una parte spettatrice e basta? Inoltre, nella nostra opinione pubblica, c’è sempre la tendenza a schierarsi, a parteggiare. Molti parlano senza avere contezza di cosa sia una guerra, tanto poi a combatterla ci vanno sempre gli altri […]. Penso che nel 2022 difficilmente un Paese, nonostante l’invasione, possa essere governato con la forza”.