Segnali imprevisti di possibili negoziati si aprono su uno scenario sempre più strano e indefinibile, come ci ha detto in questa intervista il generale Marco Bertolinigià comandante del Comando operativo di vertice interforze e della Brigata Folgore in numerosi teatri di guerra, dalla Somalia al Kosovo e all’Afghanistan. La telefonata del ministro della Difesa americano Lloyd Austin al collega russo Sergei Shoigu, in cui è stato chiesto un immediato cessate il fuoco, non se l’aspettava nessuno, “dopo che gli Stati Uniti sono sempre stati il Paese che ha rifiutato ogni dialogo chiudendo tutte le porte a Mosca”.



A questo si aggiunge la richiesta ufficiale della Finlandia di entrare nella Nato, cosa inaccettabile per Mosca, con il rischio di aprire a Nord lo stesso forte che adesso c’è ai confini orientali europei. “È un momento in cui assistiamo a eventi strani, inspiegabili, come la telefonata del ministro americano, ma anche l’ostinazione russa a conquistare due obiettivi assolutamente senza valore dal punto di vista strategico, come l’acciaieria di Mariupol e l’Isola dei Serpenti, che è poco più di uno scoglio”.



Come giudica l’inaspettata telefonata di Austin al collega russo Shoigu?

È sicuramente un fatto importante, ma anche assolutamente inspiegabile visto l’atteggiamento che gli Stati Uniti hanno tenuto fino a oggi. C’è qualcosa che non sappiamo. Forse sta per cadere l’acciaieria Azovstal, o forse si sono resi conto che questa guerra sta andando avanti troppo a lungo.

Il no di Erdogan all’ingresso della Finlandia nella Nato secondo lei è stato richiesto da Mosca, visto che fra i due Paesi c’è un legame altalenante e visto che per essere accettati nell’Alleanza è necessario il sì di ogni Paese membro?



Non saprei dire se Mosca è intervenuta direttamente. È vero che fra i due Paesi c’è un rapporto che potremmo definire di strana inimicizia ma con molti contatti. La Turchia non ha preso posizione contro la Russia né in Siria né in Libia, due Paesi dove Mosca e Ankara si trovano su fronti opposti, e forse si sono avvicinati proprio con queste due guerre. La Turchia potrebbe essere preoccupata che una crisi come quella che già c’è nel Mar Nero possa aprirsi anche nel Baltico.

Cioè l’apertura di un nuovo fronte, se non militare, di ostilità e chiusura totale?

Sì, si rischierebbe di creare una situazione incontrollata che potrebbe coinvolgere anche la Turchia.

In che modo?

Nel momento in cui la Turchia si è proposta come negoziatore fra Russia e Ucraina, se si crea una nuova situazione di scontro a Nord per le stesse ragioni che hanno portato alla guerra in Ucraina, questo comprometterebbe ogni possibilità di un negoziato anche nel Mar Nero. O forse Erdogan ha la testa sulle spalle, a differenza di altri che sembrano intenzionati a soffiare sul fuoco.

Erdogan ci ha abituati da tempo a un doppio gioco. Ha forse paura di perdere quanto ha costruito con la Russia?

Sicuramente la decisione della Finlandia e della Svezia non va verso il processo di pacificazione su cui Erdogan punta. Ha troppo da perdere con una rottura completa con Mosca, pensiamo al gasdotto Nord Stream, all’acquisto di aerei già concordato da tempo. La Turchia all’interno della Nato ha un peso specifico tutto particolare, a differenza soprattutto dei membri angloamericani, proprio perché riesce a mantenere una porta aperta con il Cremlino.

Cosa pensa di quando dichiarato da Zelensky a Porta a Porta – sì a trattare con i russi a patto che lascino il territorio –, ma anche da Draghi a Washington?

È chiaro devono essere Kiev e Mosca a trattare. È vero che sembra si sia entrati in una fase negoziale che fino al 9 maggio non era prevedibile, ci sono però cose strane che non si riescono a spiegare.

Sarebbero?

Quanto sta accadendo sull’Isola dei Serpenti, dove ci si combatte in modo accanito sin dall’inizio della guerra. È inspiegabile, è poco più di uno scoglio che i russi, se volessero, potrebbero spianare con i loro missili. Perché tanto accanimento da entrambe le parti?

Lo stesso vale per l’acciaieria Azovstal che non ha nessuna importanza militare, no?

Esatto. Si sono dette tante cose su questa guerra, laboratori segreti, tesori nascosti sotto all’acciaieria… questa ostinazione nel voler prendere obiettivi che non hanno significato comporta qualcosa che il mondo ignora.

(Paolo Vites) 

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