LA MARCIA INDIETRO DELLA NATO SULLA POSSIBILE CESSIONI DI TERRITORI DELL’UCRAINA
24 ore dopo la netta retromarcia della Nato: smentisce (se stessa) confermando non solo il pieno appoggio all’Ucraina per la guerra in corso con la Russia ma annunciando nuovamente come sarà solo Kiev con il presidente Zelensky a decidere tempi, modi e condizioni per la pace. Con un comunicato ufficiale il segretario della Nato Jens Stoltenberg arriva di fatto a smentire il proprio Capo di Stato maggiore Stefan Jenssen che in un convegno in Norvegia ieri aveva avanzato l’ipotesi di una possibile cessione di territori ucraini a Mosca in cambio dell’ingresso di Kiev nell’Alleanza.
La proposta (che non proveniva da Stoltenberg ma che evidentemente incarnava comunque uno dei funzionari di più alto grado nell’Alleanza Atlantica) aveva fatto scattare l’ira furente di Kiev con il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak che aveva definito «ridicolo» il tentativo della Nato di «Scambiare un territorio per un ombrello di protezione: ciò significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia».
IL COMUNICATO DELLA NATO CHE SMENTISCE JENSSEN
«Continueremo a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario e ci impegniamo a raggiungere una pace giusta e duratura. La posizione dell’Alleanza è chiara e non è cambiata», inizia così il breve comunicato letto da un portavoce della Nato all’emittente lica ucraina Suspilne, che aggiunge «Sarà Kyiv a decidere quando e quali saranno le condizioni di pace».
Si risponde così all’invettiva dell’Ucraina che sempre con Podolyak definiva scandaloso l’avanzare proposte simili in sede Nato, specie dopo il raffreddamento sull’ingresso nell’Alleanza dopo l’ultimo vertice di Vilnius: con la cessione dei territori alla Russia si «incoraggi un criminale globale, preserva il regime russo, distrugge il diritto internazionale e tramanda la guerra ad altre generazioni».
LA GUERRA PROSEGUE CON I DRONI: INDIA NON INVITA L’UCRAINA AL G20 (DOVE DOVREBBE ESSERCI PUTIN)
Nel frattempo la guerra in Ucraina continua con lo scambio continuo di attacchi tramite droni e missili nell’area più ad est del Paese, con la prima volta dall’inizio del conflitto che Kiev conferma ufficialmente l’attacco al Ponte di Crimea contro l’esercito russo. Di contro, l’intelligence Uk rilancia stamattina la notizia per cui la Russia avrebbe iniziato a dispiegare «droni kamikaze prodotti internamente sulla base dei modelli degli Shahed iraniani». Questo, conclude il bollettino degli 007 di Londra, permetterà a Mosca di «avere una fornitura più affidabile di droni».
Secondo la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, la guerra giunta oggi al giorno numero 539 è destinata a non finire affatto neanche nella prossima primavera 2024: «bisogna essere onesti, il percorso verso la vittoria sarà lungo e difficile. 2-3 settimane? Entro la fine dell’anno? La prossima primavera? Tutto questo non è vero». Intanto un nuovo possibile scontro all’orizzonte sembra aprirsi all’interno dell’Occidente e in particolare modo nel G20 dopo l’ultima mossa dell’India di Narendra Modi: secondo quanto riporta Sky News, l’India ha scelto di non invitare l’Ucraina al vertice del G20 del prossimo mese. Non solo, si conferma invece l’invito ufficiale per la Russia nonostante gli appelli a espellerla dal gruppo: un elenco formale degli invitati pubblicato sul sito del G20 mostra che sono stati invitati 8 Stati non membri, ovvero Bangladesh, Egitto, Mauritius, Paesi Bassi, Nigeria, Oman, Singapore ed Emirati Arabi Uniti. È prevista anche la Spagna tra i non membri, come invitato permanente ma l’Ucraina non risulta al momento nell’elenco stilato dal Paese ospitante, ovvero proprio l’india. Kiev era stata invitata al summit in Indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone a inizio anno.