“UCRAINA NELLA NATO DANDO TERRITORI ALLA RUSSIA”: IN COSA CONSISTE LA ‘PROPOSTA’ DI JENSSEN (CAPO DI STATO MAGGIORE)

«Dare territori alla Russia ed entrare nella Nato»: fa molto discutere, specialmente a Kiev, l’ipotesi formulata in giornata dal Capo di Stato maggiore dell’Alleanza Atlantica per porre un iniziale stop alla guerra in atto ormai da 538 giorni tra Russia e Ucraina. Le trattative per l’ingresso nella Nato già nel recente vertice di Vilnius erano state “congelate” per un semplice motivo: far parte dell’Alleanza con la guerra ancora in atto significherebbe aprire definitivamente la “terza guerra mondiale”.



Eppure i tentativi di “negoziato” in corso più o meno pubblici – dagli Usa alla Turchia, passando dal Vaticano – pongono tutti il medesimo punto all’ordine del giorno: una possibile cessione di alcuni territori conquistati dopo l’invasione alla Russia, in campo di una tregua definitiva. Non si discosta di molto l’ipotesi formulata oggi dal Capo di Stato Maggiore della Nato, Stefan Jenssen: parlando ai media norvegesi durante un convegno, il direttore dell’ufficio privato del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha spiegato «Penso che la soluzione potrebbe essere che l’Ucraina ceda il suo territorio e ottenga in cambio l’adesione alla Nato». Lo stesso funzionario dell’Alleanza sottolinea poi anche che in questo modo non usare dare tale formula come l’unica possibile, ma semplicemente «potrebbe essere una soluzione possibile».



LA REPLICA DELL’UCRAINA DI ZELENSKY: “RIDICOLO, COSÌ IL MONDO RESTA IN GUERRA”

Passano poche ore e dall’Ucraina arriva la netta e furente risposta lasciata al consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak: in un tweet piuttosto aspro il funzionario ucraino rimanda al mittente l’ipotesi avanzata dalla Nato (sebbene non sia stata ovviamente un’atto ufficiale come se l’avesse proposta Stoltenberg in persona). «Scambiare un territorio per un ombrello della Nato? È ridicolo», attacca Podolyak, «Ciò significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia».



Secondo l’Ucraina, incoraggiare un «criminale globale, preservare il regime russo, distruggere il diritto internazionale e trasmettere la guerra ad altre generazioni» sarebbe una mera sconfitta di tutto l’Occidente: «I tentativi di preservare l’ordine mondiale e di stabilire una ’cattiva pace’ attraverso, siamo onesti, il trionfo di Putin non porteranno pace al mondo, ma disonore e guerra», ha concluso il consigliere di Zelensky. Più o meno lo stesso “messaggio” mandato stamane da un altro importante funzionario del Governo ucraino, Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa: intervistato da “La Repubblica”, smentisce le notizie secondo le quali l’Occidente starebbe cercando di convincere Kiev a negoziare, «non ci è stato indicato alcun obbligo a negoziare». Di contro però il giudizio di Danilov (e dunque di Zelensky) sulla possibilità di trovare un accordo con il Cremlino è da rispedire al mittente subito: «se il Papa è pronto a stringere la mano all’assassino di 500 bambini ucraini, allora qualcosa di brutto e anticristiano sta sicuramente accadendo in questo mondo». A 500 giorni e rotti di guerra fratricida, la posizione di Kiev rimane la stessa: «non vi è alternativa per la Russia se non essere sconfitta sul suolo ucraino. Ne siamo sicuri».