Continua il processo all’Italia per il naufragio di Cutro consumatosi nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Il tragico bilancio riporta 88 vittime accertate oltre ad un numero imprecisato di dispersi, probabilmente attestato intorno alla ventina. Tra i morti anche minorenni, per la maggior parte d’età compresa tra gli 0 e i 12 anni. Le forze politiche dell’opposizione continuano a puntare il dito contro il Ministro Piantedosi, col sospetto che il sistema di soccorsi non fosse scattato. Intanto il business degli scafisti prosegue, incurante della tragedia, anche a danno dei superstiti.
Se ne contano circa 80 tra coloro che sono riusciti a salvarsi. Eppure i trafficanti di esseri umani non si sono fermati nemmeno di fronte alla triste vicenda. Alcuni familiari hanno infatti riportato come, una volta resi noti i superstiti a causa di alcune foto scattate, sono stati costretti a pagare gli scafisti per il tragitto dei parenti che sono riusciti ad arrivare a riva. Non è chiaro, come è stato sottolineato da Il Tempo, se la cifra è stata pagata per intero o solo a titolo di saldo. Le cifre sono comunque capogiro: si parla anche di circa 8.500 euro.
Gli scafisti non hanno voluto chiamare i soccorsi: le testimonianze
I sopravvissuti hanno fatto emergere anche altri dettagli importanti di come si è svolta la strage. A tutti i migranti presenti sull’imbarcazione erano stati tolti i cellulari, poi restituiti quando il mare ha cominciato ad agitarsi e la situazione ha cominciato a farsi preoccupante. A quel punto i tentativi dei soccorsi sono stati vani perchè i telefoni non avevano rete. Ma gli scafisti, che avrebbero potuto chiamare i soccorsi, non lo hanno fatto. Anzi, nel vedere delle luci a terra e temendo che si potesse trattare della polizia, hanno perfino tentato una manovra di inversione per cercare di scappare.
Intanto le responsabilità vengono fatte rimbalzare: Frontex accusa l’Italia di non essere intervenuta per salvare i migranti. Ma il Governo Meloni ritiene di non avere colpe nella vicenda. Le dichiarazioni dei superstiti sono state comunque rese al Gip del Tribunale di Catanzaro nell’incidente probatorio del procedimento a carico del presunto scafista minorenne pakistano, e le indagini proseguiranno.