La Procura di Busto Arsizio indaga sulle cause e sulle possibili responsabilità del naufragio sul Lago Maggiore. La barca, affondata domenica 28 maggio, aveva a bordo una ventina di persone tra agenti dei servizi segreti italiani e del Mossad israeliano. Persone in pensione e in attività: personalità che fanno pensare che dietro possa esserci altro. Da Israele, parlano di nuovi elementi sull’inchiesta: il reale obiettivo della presenza dell’Intelligence in Italia sarebbe stata una missione. Infatti, la gita in barca è nata per festeggiare la festa di compleanno di uno degli israeliani, ma prima ci sarebbe stata una vera e propria missione.



Nel naufragio sono morte quattro persone, tra cui la moglie dello stesso Carminati. La trasferta degli agenti del Mossad sarebbero arrivati in Italia per “un’operazione contro l’attività iraniana”, come riporta Qn, che cita media israeliani. La gita sul Lago Maggiore di domenica 28 maggio sarebbe stata “probabilmente era un momento di svago al termine dell’operazione segreta che si sarebbe svolta nei giorni precedenti, nell’ambito dei rapporti di cooperazione tra l’italiana Aise e il Mossad”.



Le indiscrezioni sul naufragio

Dunque, come riportano i media israeliani, dietro alla trasferta degli agenti del Mossad in Italia potrebbe esserci “un’operazione contro l’attività iraniana”. L’ipotesi sembra confermare le indiscrezioni emerse nei giorni successivi all’incidente sul Lago di Maggiore. Secondo tali voci, il summit degli 007 avrebbe riguardato una missione per contrastare il traffico d’armi e le attività di spionaggio, in base a una ricostruzione di Repubblica. Secondo il Corriere della sera, invece, avrebbe riguardato gli investimenti nel turismo di lusso di magnati russi.



Gli 007 italiani appartengono all’Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che svolge compiti al di fuori del territorio nazionale: dunque sembrava evidente fin dall’inizio che dietro alla presenza degli omologhi israeliani in Italia si nascondesse una qualche missione. Adesso, i media confermano le ipotesi, già peraltro avanzate dalla stampa italiana: ci sarebbe stata un’operazione contro l’attività iraniana alla base della loro presenza sul Lago Maggiore.