Caro direttore,
a due anni dalla sciagura della funivia del Mottarone, la zona del Lago Maggiore è stato colpito da un’altra disgrazia con l’affondamento di una “house-boat” e il dramma di quattro annegati.
Si è subito parlato di “bomba d’acqua”, di clima impazzito e di circostanze atmosferiche eccezionali, ma se saranno solo le indagini ufficiali a chiarire le esatte circostanze del disastro, come per le 14 vittime della funivia è molto probabile che i due drammi siano anche (o soprattutto) frutto diretto dell’incoscienza, della superficialità e della irresponsabilità umana.
In acqua non bisogna mai scherzare né sottovalutare le condizioni ambientali. Nel caso del naufragio di domenica si è ribaltato un natante che era stato sopraelevato (abusivamente o meno questo lo stabilirà l’inchiesta in corso), rendendo così oltremodo pericolosa ed instabile, anche in condizioni normali, un’imbarcazione che sembra non disponesse neppure di una zavorra, una deriva o almeno di una carenatura adeguata.
Non solo: soltanto degli incoscienti potevano pensare di imbarcare passeggeri – come sembra – oltre la capienza e, nonostante il maltempo in arrivo, tentare di traversare il lago con un nubifragio incombente: bastava attendere qualche minuto e nulla sarebbe successo.
Tra l’altro in zona non risulta esserci stata nessuna tromba d’aria, ma semplicemente un temporale con una forte precipitazione (debitamente preannunciata però da tutti i bollettini meteo e ben visibile nel suo avvicinamento) sicuramente con violente raffiche di vento, tipiche durante i temporali.
La barca si è messa in posizione di massima resistenza al vento, che infatti l’ha capovolta. Salvo che a bordo ci sia stata qualche improvvisa rottura al motore o al timone che abbiano reso ingovernabile il natante, non ci si mette mai di traverso al vento (forse per tentare un rientro in porto?) nel pieno di una tempesta: una manovra sconsigliata alla prima lezione per conseguire una qualsiasi patente nautica.
Tra l’altro la sciagura è avvenuta non in mezzo al lago (il Lago Maggiore arriva ad avere dai quattro agli otto chilometri di larghezza) ma in un braccio di lago ormai prossimo al Ticino largo poco più di un chilometro e che ragionevolmente non può aver permesso il crearsi di un moto ondoso eccezionale, tanto che diversi passeggeri si sono salvati a nuoto.
Oggi si piangono morti che probabilmente si potevano evitare, soprattutto se risultasse che non indossavano giubbotti d’emergenza, ma una volta di più è comunque mancata prima di tutto quella ragionevole prudenza che sta alla base di ogni comportamento, in condizioni ambientali che sconsigliavano comunque la navigazione.
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