Il tentativo di avvelenamento di Aleksej Navalnyj, leader dell’opposizione a Putin, già incarcerato due volte negli anni passati, da quanto si sa al momento rientrerebbe nella lunga lista di casi analoghi: dal caso Skripal a quello di Litvinenko, senza dimenticare Vladimir Kara Murza, l’ex presidente ucraino Viktor Yushchenko e il bulgaro Markov. Tutti oppositori del presidente russo. Secondo Stefano Piazza, esperto di terrorismo e spionaggio, da noi intervistato, “se davvero questa volta ci fosse dietro Putin, sarebbe per lui un errore clamoroso destinato a ritorcerglisi contro. Personalmente, sapendo quanto lui è astuto, ritengo invece che sia la dimostrazione che gli apparati interni di sicurezza gli stiano sfuggendo”. Navalnyj era in aereo verso Mosca, di ritorno dalla città siberiana di Omsk, quando si è sentito male: il volo ha effettuato un atterraggio di emergenza. “È in coma e in condizioni gravi. I risultati delle analisi ancora non ci sono”, ha scritto su Twitter la portavoce Kira Yarmish. Navalnyj, 44 anni, è in terapia intensiva. Ieri sera è stato trasferito in Germania.
Si tratta secondo lei di un nuovo caso in una lunga lista di oppositori di Putin eliminati per non infastidirlo? Perché proprio adesso?
Andrò controtendenza. Secondo me quanto accaduto dimostra piuttosto che Putin non controlla più quella parte di apparato, lo “Stato profondo” da cui lui stesso proviene, composto da forze di sicurezza e servizi segreti.
Perché?
Perché è un errore clamoroso. È davvero difficile pensare che un uomo come Putin che è astuto, abilissimo, abituato a muoversi a livelli globali dia l’ordine direttamente o indirettamente di uccidere un personaggio così esposto a livello di opinione pubblica mondiale. Questa cosa gli porta solo discredito a livello internazionale e interno.
La Russia è un conglomerato di strutture di potere a tanti livelli e di oligarchi che si muovono ovunque. Potrebbe essere un’operazione condotta da qualcuno all’interno del potere che vuole danneggiare Putin?
Questa è una chiave di lettura. Non siamo in grado di dire chi è stato a volere quanto accaduto, ma Putin da questa vicenda avrà solo da perdere, avrà solo dei guai. La Russia poi, come dice lei, è uno stato complicato con tanti livelli di strutture di potere che si intersecano, una serie di apparati spesso in guerra fra loro.
È il declino di Putin?
Ritengo che Putin sia in declino da tempo. Lo dimostra il fatto di aver modificato la costituzione per restare al potere: è la dimostrazione plastica di un uomo che ha voluto così togliersi da eventuali guerre di potere dicendo adesso ci sono io poi si vedrà il successore. La vicenda di Navalnyj dimostra che qualcosa non sta funzionando.
Si può immaginare una Russia del dopo Putin? Che paese sarebbe?
È difficile dare una risposta. In tutti questi anni dietro a Putin non c’è stato nessuno, ha fatto il vuoto totale. D’altro canto quando lui è spuntato nessuno se lo aspettava, era un funzionario sconosciuto messo lì da una cordata di potere che è andato oltre le aspettative di quelli che lo hanno messo su. È possibile che spunterà qualcuno che viene fuori dalle stesse strutture. Ma credo che non sarà una cosa incruenta.
Putin però usciva dalle strutture della Russia sovietica, ben diverse da quelle di oggi.
Esatto. Però a proposito di questo la vicenda del presunto avvelenamento è davvero incredibile: ho subito pensato che Putin non controlla più i suoi apparati perché avvelenare Navalny è un errore imperdonabile.
Pensa ci possa essere un qualche collegamento con quello che sta succedendo in Bielorussia?
Difficile dirlo. Anche qui è una situazione che si gioca sul filo del rasoio. Lukashenko non vuole lasciare il potere, bisogna capire fino a che punto le proteste di piazza possano influenzare la situazione.
La Russia potrebbe fare come ha fatto in Ucraina? Il tentato avvelenamento può essere il tentativo di qualcuno che vuole accelerare la situazione?
Tutto è possibile, anche se questa vicenda non aiuta, perché dopo quanto accaduto, se addirittura si dovesse arrivare all’ingresso dell’esercito in Bielorussia, la Russia sarebbe completamente fuori della comunità internazionale. Non credo che Putin voglia questo.
(Paolo Vites)