È giallo attorno alla morte di Alexei Navalny. Secondo Novaya Gazeta Europe, il corpo dell’oppositore del Cremlino morto in prigione in Russia si trova attualmente nell’ospedale distrettuale della città di Salekhard, nell’estremo Nord della Siberia. L’autopsia non è stata ancora effettuata, ma pare che sul corpo vi siano diversi lividi, di cui uno sul petto. Il periodico indipendente cita un dipendente anonimo del servizio di emergenza secondo cui quei lividi indicherebbero che Navalny avrebbe avuto delle convulsioni prima di morire e potrebbe essere stato trattenuto dai dipendenti del campo di prigionia. In particolare, il livido sul petto indicherebbe che sono stati eseguiti tentativi di rianimazione.



«La persona è scossa da convulsioni, cercano di trattenerla e così compaiono i segni. Hanno detto che ha un livido sul petto. È qualcosa che appare per un massaggio cardiaco. Vale a dire che hanno cercato di rianimarlo ma è morto, molto probabilmente per arresto cardiaco. Ma sulla causa dell’arresto nessuno dice niente», riferisce la fonte. L’informatore, però, non avrebbe visto personalmente il cadavere del dissidente, ma è stato informato delle condizioni solo dai colleghi. Riguardo le circostanze della morte, Bild sostiene che Navalny sarebbe deceduto «forse poco prima di una sua possibile liberazione» nell’ambito di uno «scambio di detenuti» tra Usa, Russia e Germania.



MORTE NAVALNY: DAL POSSIBILE SCAMBIO DI PRIGIONIERI ALLA VISITA “SEGRETA”

Pare che Vladimir Putin puntasse a riavere da quello scambio l’assassino di Tiergarten, un agente che aveva sparato a un oppositore del regime a Berlino nel 2019. «Lo ha persino accennato pubblicamente in un’intervista con Tucker Carlson. Si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny», scrive il giornale tedesco, senza fornire però altri dettagli in merito. Ma un sito web che si batte per i diritti umani (gulagu.net), il primo a denunciare Prigozhin per il reclutamento della Wagner nelle carceri russe, rivela che Navalny avrebbe ricevuto la visita di due agenti segreti russi prima della sua morte, etichettata dal Cremlino come «sindrome da morte improvvisa».



Si tratterebbe di due agenti dell’intelligence di Mosca (FSB), i quali avrebbero disconnesso alcune telecamere a circuito chiuso e i dispositivi di registrazione presenti nella prigione. Per il team di Navalny siamo di fronte a «un omicidio pianificato». Ora la famiglia aspetta che venga restituito il corpo dell’oppositore del Cremlino, che la Russia vorrebbe riconsegnare al termine dell’inchiesta, quindi non prima della prossima settimana.