Il medico legale Francesco Introna, esperto di esami autoptici, consulente nei casi di Elisa Claps, Meredith Kercher e Melania Rea, ha parlato con il Quotidiano Nazionale della morte di Alexei Navalny, il dissidente russo leader dell’opposizione a Vladimir Putin. Ritiene che, se la salma dovesse mai essere consegnata alla famiglia, gli esami per comprenderne le ragioni del decesso si riveleranno piuttosto complicati.
Per il corpo di Navalny le autorità russe hanno parlato di 14 giorni, che secondo Introna è “una follia”, ma sicuramente ben calcolata dalla Russia e probabilmente corrispondente al “tempo necessario per far sparire gli indizi“. Ipotizzando, come fa la famiglia del dissidente, che si sia trattato di avvelenamento, l’esperto spiega che la se la sostanza usata è “biologica, come l’insulina” o vegetale, “tracce non se ne troveranno”, mentre per i veleni “chimici ci sono depositi anche nelle ossa”. Se fosse Novichok, sempre sull’ipotesi della madre di Navalny, Introna specifica che “è una sostanza sintetica sconosciuta e della quale esistono tantissime varianti”.
Introna: “Il Novichok usato per Navalny è impossibile da individuare”
Nella sua intervista Introna ci ha tenuto a sottolineare che “i laboratori russi sono espertissimi” nei veleni e nel far sparire le loro tracce dall’organismo delle vittime, come potenzialmente è Navalny. Inoltre, per riconoscere un qualsiasi veleno “serve comunque avere la sostanza di riferimento“, perché “in assenza del campione analitico di riferimento, si rischia che le indagini tossicologiche siano negative”.
Sfortunatamente, spiega ancora Introna, il Novichok che è stato ipoteticamente usato su Navalny non è presente in nessun laboratorio italiano, “e penso neppure in Europa”. Insomma, secondo l’esperto, l’autopsia sul corpo del dissidente russo “credo che darà esito negativo“, fermo restando anche che “più passa il tempo e più è probabile che molte sostanze siano difficili da trovare”. Non per questo, comunque, il corpo di Navalny non avrà nessuna informazione da dare, secondo Introna, che per l’autopsia ritiene sarà necessario rivolgersi a “interlocutori internazionali, altrimenti [le autorità russe] ci diranno molte fesserie”.